Il difensore si racconta a Gianlucadimarzio.com: "Mi sono fatto mille domande senza trovare risposta. Milan? Avrei voluto dare di più"
Il difensore si racconta a Gianlucadimarzio.com: "Mi sono fatto mille domande senza trovare risposta. Milan? Avrei voluto dare di più"
Resilienza. In psicologia è la capacità di 'auto ripararsi dopo un danno e di riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita'. "Ho pensato al ritiro. Mi sono fatto mille domande. Ma non ho mai trovato le risposte giuste". Calmo. Coerente e un po' introverso. Come ammette lui stesso. Ai microfoni di Gianlucadimarzio.com c'è Mattia Caldara. Il difensore centrale, dopo aver salutato il Milanha deciso di ripartire da Modena, in Serie B.
Caldara: "Vi spiego perché ho scelto Modena"
Ci colleghiamo con Mattia in questi primi giorni di settembre, durante la sosta per le Nazionali. Una ventina di minuti ricchi di storia. Quella vera. Vissuta e assaporata sulla propria pelle. "Sono molto contento della mia scelta. Quando sono arrivato qui (a Modena, ndr) non conoscevo nessuno. Solo Antonio Pergreffi che da piccolo ha giocato nella mia stessa società. Tutti i compagni mi hanno accolto molto bene". Caldara vive 'alla giornata'. Non guarda troppo al futuro. E dunque facciamo un passo indietro: com'è nata questa opportunità?"Il direttore sportivo Andrea Catellani mi ha chiamato in continuazione la scorsa estate (ride, ndr). Mi ha dato fiducia. Ci siamo incontrati con il presidente e ho capito subito chi avessi davanti. Delle persone eccezionali".
E la fiducia non manca di certo. Giunti alla prima sosta della stagione, Caldara ha totalizzato cinque presenze (quattro in campionato, una in Coppa Italia). "Voglio risentirmi protagonista. La possibilità mi è stata data. Ora starà a me". Una risposta per sé stesso. Nonostante le voci. "Sui social ne sono state dette tante. Ho accettato, non ho mai dato troppo peso. Sono sempre stato un ragazzo freddo, schivo. Ognuno può dire quello che vuole, sia chiaro. Ma siamo personaggi pubblici e tante persone non si rendono conto di ciò che dicono. Della gravità delle espressioni".
Il Milan, la Juventus e il fato: "Da zero a cento in un attimo"
Abbiamo deciso di esordire con un pensiero forte. Di quelli che fanno male. A maggior ragione se parliamo di un ragazzo di appena trent'anni. "Rimorsi? Probabilmente due. Il primo è quello di non aver giocato con la Juventus. In quella rosa c'erano giocatori incredibili". Per il secondo è necessario spostarsi a Milano. "Non essere riuscito a dare ciò che volevo al Milan. Contro la Salernitana(la sua ultima partita in rossonero, ndr) mi sono reso conto di cosa ho vissuto". Come detto nelle righe precedenti, Mattia svela di aver pensato anche al ritiro. "Arrivo al Milan e subisco un infortunio al tendine d'Achille. Certo, qualcosa di grave ma che ho superato. Ma quello al crociato non l'ho mai accettato".
Facciamo ordine. Caldara torna in campo il 24 aprile del 2019, nella sfida di Coppa Italia persa 1-0 contro la Lazio. "Gioco 60'. Mi stavo riprendendo". A seguire, (ri)entra in gioco il fato. Durante una sfida di campionato, Musacchio raccoglie il suo quinto cartellino giallo: è diffidato. Nella prossima gara giocherà uno tra Romagnoli e Caldara. "In quella settimana mi rompo il collaterale durante gli allenamenti". Qualche secondo di silenzio. La video chiamata assume tutt'altra atmosfera. "È stato difficile da accettare. Da digerire. Se avessi giocato? Se avessi fatto una buona partita? Nel calcio passi dallo zero al cento in un attimo".
"Non guardo troppo al futuro. Atalanta, una grande società"
Ma non c'è più tempo di porsi delle domande. Ora c'è una nuova famiglia, il Modena. E la testa è tutta lì. "Mi godo ogni singolo giorno, non guardo troppo in avanti". E prima di salutarlo, vogliamo chiedergli un pensiero sulla 'sua' Atalanta. "Hanno avuto una grande continuità. Hanno un'idea chiara e una società solida. Parte un giocatore? Ne arriva un altro di livello. Hanno un ottimo settore giovanile e la capacità di rinnovarsi".
Come detto sopra, il passato resta tale. La testa è al Modena. Per una piazza storica. Per (ri)sentirsi calciatore. Per tornare a essere Mattia Caldara.