Il Cagliari sceglie la “classe” della poesia di Grazia Deledda per estirpare il razzismo dalla Sardegna Arena. All’ingresso dello stadio, prima dell’anticipo con il Genoa, i tifosi di entrambe le squadre riceveranno un volantino con i versi di “Noi siamo sardi”. La poesia del 1926, con cui Grazia Deledda divenne la prima donna italiana premiata con il Nobel per la letteratura, risulta ancora di stretta attualità per il movimento calcistico italiano (ma anche europeo) che ancora non riesce a debellare questo male.
"Noi siamo sardi - si legge - noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi".
Il Cagliari, che pochi giorni fa ha festeggiato l’anniversario del progetto Curva Futura, risponde così ai buu razzisti rivolti a Lukaku durante la partita contro l’Inter: “Rispetto ed integrazione sono valori che da sempre fanno parte della nostra cultura. Difendiamoli tutti assieme con orgoglio. Aiutaci a far capire a chi dovesse tradire i nostri valori che questo non può essere il suo stadio. Siamo una Terra, un Popolo, una Squadra”.
LEGGI ANCHE - GIULINI: "VIA I DEFICIENTI DAL NOSTRO STADIO"