Si riparte, con il sorriso: il Cagliari ha presentato Eusebio Di Francesco. Teatro della conferenza stampa la splendida cornice del Teatro Doglio, dove a raccogliere giornalisti e addetti ai lavori erano presenti il presidente dei sardi, Tommaso Giulini, il nuovo direttore sportivo, Pierluigi Carta e, naturalmente, Eusebio Di Francesco. "Ci tengo a ringraziare tutti i tifosi per la grande accoglienza - ha esordito l'ex Roma - proveremo a riportare entusiasmo in questa bellissima città: sono convinto che miglioreremo sotto i punti di vista. Mi ha convinto il grande desiderio del presidente di avermi qui a Cagliari, mi ha voluto a tutti i costi: il suo modo di fare è stato fondamentale. E' nata una grande empatia sotto tutti i punti di vista, non solo sul mercato. Per ripartire dopo tre mesi particolari alla Sampdoria per me è stato fondamentale".
Di Francesco è anche tornato sull'esperienza non positiva nella Sampdoria, l'ultima in serie a: "A Genova ho fatto una scelta frettolosa e che non mi ha convinto in toto. Ci tenevo a sottolineare che non sono stato esonerato, anche se non ho fatto bene: mi sono dimesso in accordo con la società. Avevo deciso di liberarmi di una situazione rinunciando ad anni di ingaggio". Tanto spazio, ovviamente, al mercato: "Nainggolan? Lo conosco e so quale è il suo valore: con il presidente ne abbiamo già parlato, non dipenderà solo da noi ma anche dall'Inter. Radja ha sempre dimostrato grande attaccamento a questi colori e a questa città e dunque l'auspicio e di mantenerlo, poi dipenderà dalle dinamiche delle trattative. Per il resto del mercato, già da dopo la conferenza faremo delle valutazioni, mettere nero su bianco il futuro dei giocatori che rimarranno e chi dovremo acquistare.
C'è stata grande disponibilità sul discorso tecnico da parte del presidente e questo è uno dei motivi che mi ha convinto: compreremo giocatori "funzionali". Serviranno diverse "ali" per il 4-3-3. Voglio una squadra con una grande identità di gioco e ci vogliono giocatori in determinati ruoli con specifiche caratteristiche. Voglio una squadra propositiva, che attacca e che domini la partita, al di là di chi si andrà ad affrontare. E' la terza volontà è quella di portare entusiasmo. Ripartiremo dal 4-3-3 che è il gioco che sento più mio. Giovani? Sono molto sensibile ai giovani bravi: la forza sta nel metterli non a fine stagione, ma quando la possibilità di poter emergere. Far esordire Zaniolo al Bernabeu non è da tutti: l'ho fatto perché ci credevo".
Grande l'entusiasmo anche del presidente Giulini: "Ci siamo incontrati giovedì' di due settimane fa - la confessione del massimo dirigente dei sardi - E' scattato subito un feeling particolare, per l'allenatore e per la persona. Per il livello al quale è arrivato il Cagliari è veramente l'uomo adatto per ripartire attraverso un progetto di gioco. Qualche strana partita o situazione capitata alla Sampdoria sta mettendo in discussione l'altissimo valore dell'allenatore che il Cagliari sta presentando. In pochissimi in serie a sono arrivati a giocarsi una semifinale di Champions League e Di Francesco in precedenza aveva portato il Sassuolo dalla B all'Europa: non era certo il club di adesso".
Anche il presidente si sofferma sul mercato: "Abbiamo un parco giocatori importante, la campagna acquisti dello scorso campionato è stata di grande livello. Il campo non ha ripagato questi sforzi, siamo l'ottava società per monte ingaggi ma siamo arrivati quattordicesimi. Credo che da questa base di calciatori di proprietà si può costruire molto. Ovviamente Di Francesco avrà le sue esigenze e cercheremo di accontentarlo. E' un momento non semplice, post covid, chiuderemo il secondo anno consecutivo in rosso, senza abbonamenti e con i contratti con gli sponsor ancora in fase di negoziazione. Dobbiamo dunque far fronte all'esigenza di garantire la solidità economico-patrimoniale del club bilanciandola con le esigenze di mercato dell'allenatore".
Giulini è un fiume in piena: "Il mio sogno era quello nell'anno del centenario di riuscire a competere fino alla fine per posizioni europee: non esserci riuscito mi ha fortemente segnato. Il 2020, tenendo conto anche del covid, è iniziato male e adesso l'ambizione è di rivedere la squadra giocare a calcio. Tutto l'ambiente ha bisogno di recuperare entusiasmo perché è un momento difficile non solo per il Cagliari: vogliamo costruire qualcosa di importante tutti assieme. Mi è piaciuta l'integrità morale di Eusebio Di Francesco, la sua perseveranza nel voler ripartire da una piazza che non è la Roma pur potendo scegliere realtà più importanti. Scherzando gli chiedo di farci arrivare almeno tredicesimi con un'identità di gioco chiara e la volontà di volerci giocare le partite fino all'ultimo: voglio divertirmi e essere orgoglioso di vedere giocare questa squadra.
Cosa non rifarei? A gennaio volevamo un difensore importante, avevamo quasi chiuso con Kjaer che poi è andato al Milan. Abbiamo allora provato a convincere Juan Jesus, ma fallita la trattativa con il brasiliano abbiamo deciso di investire su Gaston Pereiro. Ecco in quel momento anche un difensore di livello inferiore avrebbe potuto servirci per gestire il resto della stagione. Carli? Io nelle ultime stagioni ho sempre "delegato" e chi riceve l'incarico deve ottenere dei risultati e ciò non è successo. Detto ciò l'addio a Marcello Carli è stato molto difficile anche da un punto di vista umano". A Cagliari c'è la ferma volontà di "ripartire", dopo un anno deludente: parola chiave negli ultimi tempi.