"Sento di aver deluso tutti voi, ma vi prometto che non mi farò abbattere da tutte le cose negative che ho subito negli ultimi giorni". Scriveva così sui propri canali social Bukayo Saka qualche giorno dopo la sconfitta ai rigori nella finale di Euro2020 contro l’Italia.
I fantasmi del rigore
Suo l’errore decisivo dal dischetto contro Donnarumma e si sa, episodi di questo tipo possono segnare la carriera di un calciatore, soprattutto se si tratta di un giovanissimo: Saka, quinto tiratore davanti a 70mila persone, aveva solo 19 anni. Prima di lui avevano sbagliato anche Rashford e Sancho, entrati nei minuti finali solo per battere i rigori. Compagni e amici, che insieme a Foden, avevano perso la titolarità nel torneo estivo proprio per far spazio a Bukayo: un po’ a sorpresa, dopo le prime due partite, Southgate ha scelto di puntare su di lui.
Southgate, nel bene e nel male
Una decisione che, fino alla finale, aveva ripagato il ct inglese. In gol nel penultimo atto contro la Danimarca, Saka (per sua sfortuna e gioia di noi italiani) ha vissuto la stessa esperienza di chi tanto aveva creduto in lui. Anche Southgate a Euro 1996 si fece parare il rigore decisivo nella semifinale contro la Germania. Quei fantasmi che dovevano essere scacciati una volta per tutte sono tornati inesorabilmente e si sono maifestati anche per Saka, che tra le lacrime, è stato subito consolato dall'allenatore dopo l'ultimo penalty.
Dagli episodi di razzismo fino alla standing ovation dei tifosi del Brentford
Un senso di colpa che su un calciatore pesa come un macigno, soprattutto se subito dopo i tuoi stessi tifosi ti prendono di mira, aggiungendoci la "scusa del colore della pelle". “Dopo la partita stavo male, ma la negatività ricevuta non mi spezzerà”. Al ritorno sui campi di Premier ha capito ulteriormente di non essere solo. I tifosi del Brentford l’hanno omaggiato con una standing ovation e nonostante il suo Arsenal sia partito male, lui ha già segnato una rete in coppa contro il WBA.
"Non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un giocatore” cantava De Gregori. Oggi Saka compie vent’anni e di paura non ne vuole sentir parlare. D’altronde Bukayo significa felicità e davanti ha tutta una carriera da giocare.