Ospite della cerimonia relativa alla sesta edizione del Premio Granillo, Gianluigi Buffon è intervenuto su una serie di temi: dalla sua carriera da calciatore al nuovo ruolo di capo delegazione della nazionale italiana.
Al Resort Altafiumara di Reggio Calabria, l'ex portiere ha raccontato un aneddoto legato alla Reggina: “Una volta a Torino, prima di giocare contro la Reggina, ebbi un attacco di panico, perché stavo vivendo un momento delicato. Mi ricordo che smisi di fare riscaldamento, decisi di non giocare".
Le parole di Gigi Buffon al Premio Granillo
Sul ruolo di capo delegazione azzurro: “Ho accettato questo incarico anche perché ricoperto in precedenza da persone come Gianluca Vialli e Gigi Riva”. Buffon ha commentato dunque l'idea di Spalletti di portare agli Europei leggende come Baggio, Antognoni e Del Piero: “Una grande idea. Il mister cura molto quell’aspetto tecnico, di quei calciatori, voleva stimolare la squadra. Questo pungolo può veramente fungere da stimolo per molti ragazzi che probabilmente ogni tanto non si ricordano cosa siamo stati. Abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora una storia importantissima”.
Poi Buffon ha tracciato un bilancio sul suo percorso da portiere: "Io sono stato continuamente insoddisfatto della mia carriera, chiedevo sempre di più a me stesso, altrimenti non avrei giocato così tanto. Alla fine ho pensato che dentro non sono mai stato un vincente, ma un artista, che faceva emozionare la gente con le parate".
Spazio dunque ad alcune considerazioni sul gruppo trovato in nazionale: "Non si lamentano mai, sono sempre disponibili, hanno a cuore la maglia: non pensavo si potesse percepire questo senso di appartenenza nelle nuove generazioni. In panchina poi abbiamo un fuoriclasse che ci garantisce di essere più che competitivi. Con lui alla guida, contro le big non parti mai battuto, ma sempre alla pari”.
Buffon ha concluso con altre dichiarazioni sul CT e sul futuro della nazionale: “Spalletti è sui generis, ma poi quando lo conosci da vicino ti accorgi che ha umanità. Lui fa un discorso meritocratico, è un interventista; secondo me nel 99,99% dei casi lui ha sempre ragione. Fuoriclasse in squadra? Forse qualcosa negli anni è venuto meno, ma abbiamo 3-4 calciatori in lizza per essere i primi 2-3 in Europa".