Quella del Vicenza la sua avventura, terminata l'11 aprile 2022. Da poco più di un anno Cristian Brocchi è senza panchina, dopo essersi seduto anche su quelle di Milan, Brescia e Monza. L'ex centrocampista rossonero, in un'intervista al Corriere della Sera, si è raccontato tra passato e futuro.
Brocchi sul suo futuro: "Ho rifiutato quattro panchine"
Poco più di un anno senza panchina, per Cristian Brocchi. Un periodo nel quale, però, non è rimasto senza offerte, come da lui rilevato: "Ho rifiutato quattro belle opportunità, compresa una Nazionale". Il perchè? "Non ero nel mood giusto, a volte saper dire di no è una forza. E poi avevo bisogno di staccare: non ho l'ossessione di rientrare a tutti i costi".
Milan, Monza e il rapporto con Berlusconi
Nel 2016, dopo un biennio in Primavera, Brocchi diventa l'allenatore del Milan, sostituendo Sinisa Mihajlovic. Una decisione voluta da Silvio Berlusconi: "Una sera mi ha chiamato invitandomi a cena. Seduti, mi comunica che sarei stato l'allenatore del Milan. Una volta già avevo rifiutato, ma fu categorico: “Ora decido io”. Pago ancora le conseguenze sulle voci che mi volevano come suo cocchino. Al Milan hanno allenato anche Inzaghi e Seedorf, ma il cocchino ero solo io. Mi ero guadagnato la possibilità per la mia bravura".
Dopo il Milan e l'avventura al Brescia, nel 2018 Brocchi diventa l'allenatore del nuovo Monza: "Due anni meravigliosi. Abbiamo riportato il club in Serie B dopo quasi vent'anni. Abbiamo tenuto una media punti incredibile nonostante la pressione enorme. Non tutti capirono il grande lavoro fatto: c'era un malessere generale che mi portò ad andare da Galliani dicendogli che serviva separarsi, per il bene di tutti".
Brocchi sull'Euroderby
Sia nel 2003 che nel 2005 Cristian Brocchi ha giocato i primi due storici euroderby tra Inter e Milan, in attesa del terzo di maggio. In entrambi i casi, a passare sono stati i rossoneri. L'ex centrocampista ha parlato di come si vivono quei momenti: "A Milanello tutti provavamo a scherzare, a fare come se niente fosse. Ma non c’era un secondo della nostra giornata in cui non pensavamo a quella partita. Eravamo ottimisti, era la nostra forza: pensare sempre alla vittoria e mai all’eventuale sconfitta. Cosa ci disse Ancelotti? “Andate e godetevela”".