Grande stagione per Gleison Bremer, divenuto un pilastro del Torino di Ivan Juric. Il brasiliano, in una lunga intervista a Torino Channel, si è raccontato a 360 gradi, partendo dagli inizi in Brasile fino ad arrivare agli obiettivi futuri.
"Mi chiamo così in onore a Brehme. Lucio il mio idolo"
Passione del calcio non solo nel Dna, ma anche all'anagrafe per Bremer: "Mio padre scelse di chiamarmi così in onore del tedesco Brehme (Andreas, ex giocatore dell'Inter, ndr). Papà giocava nei dilettanti e da piccolo ho preso la passione guardandolo".
I ricorsi al calcio italiano, evidentemente nel destino, non sono dovuti solo al nome, ma anche ai suoi idoli: "Da piccoli tutti vogliono far gol, e a me piaceva tanto Robinho, mentre da quando ho iniziato a giocare in difesa il mio idolo è Lucio".
Sul Torino
Dopo gli inizi con San Paolo e Atletico Mineiro, varie squadre europee hanno puntato gli occhi su di lui, ma a spuntarla è stato il Torino. Sul perchè della scelta, Bremer è deciso: "Ho scelto il Torino perchè l'allora direttore sportivo Petrachi mi ha voluto fortemente. Mi ha convinto dicendomi che l'Italia è il miglior campionato possibile per un difensore. Qualcosa della storia granata già conoscevo, poi ho controllato su Google".
Per un ventunenne brasiliano, arrivare a giocare in Italia presenta all'inizio vari ostacoli, e Bremer ha scelto di partire superando il più grosso: "La lingua è la prima cosa che ho imparato. La tattica solamente dopo. Qua si difende in modo totalmente diverso: in Brasile non esiste la marcatura a uomo, me l'ha insegnata Mazzarri, che assieme al suo staff mi ha insegnato tanto."
Il difensore ha speso molte parole sulle differenze tra il calcio brasiliano e quello italiano, affermando che: "La Serie A è il top per i difensori. In Brasile c'è molto più spazio". Anche relativamente a quel "dolce vizio" che ha il difensore, di segnare spesso, Bremer ripropone il confronto: "Mi è sempre piaciuto segnare, non esiste gioia migliore. In Brasile c'era più spazio, potevo rubare la palla e segnare in spazio aperto, mentre qua mi devo allenare molto sui colpi di testa".
"Quattro anni fa non giocavo mai. Ora sogno il mondiale con il Brasile"
Una crescita esponenziale, quella che ha avuto il difensore nell'ultimo periodo, portandolo a essere considerato uno dei migliori difensori del campionato, oltre a indossare in alcune occasioni la fascia da capitano granata: "È un onore aver indossato la fascia del Torino, soprattutto ripensando a quattro anni fa, quando non giocavo mai. Ora sono cresciuto sia per maturità che calcisticamente, mi sento capace di marcare i grandi campioni europei". Tra i compagni, vecchi e nuovi, Bremer tiene a citare Sirigu, ora al Genoa: "Ha sempre creduto in me, ogni volta dopo l'allenamento mi diceva di continuare a lavorare, che sarebbe arrivato il mio momento".
Ma adesso, quale è il sogno di Bremer? Il brasiliano non ha dubbi: "Il sogno è giocare con la Seleçao, mi sto allenando bene e giocando bene, ma la convocazone non dipende da me. Il mio obiettivo è di esserci per il mondiale di Qatar 2022. Sto aspettando il mio momento".