Che fine hanno fatto? Brasile, torna l’incubo Germania: la ‘nuova vita’ dei reduci del Mineirazo
Il Mineirazo è una ferita destinata a rimanere aperta. D’altronde per dimenticare quanto accaduto al Maracanã nel 1950 ci sono voluti tre successi mondiali nelle cinque edizioni successive, e nonostante ciò chi l’ha vissuto fatica ancora a dimenticarlo. Così come per la sconfitta con la Germania, partita gemella del Maracanazo che è destinata a far parlare di sé ancora a lungo. I quattordici martiri di quel giorno hanno preso vie diverse: in tanti in nazionale non ci sono più, alcuni sono andati in ‘esilio’ in Cina, altri hanno visto spegnersi le loro carriere. In pochi sono rimasti, solo in due sono stati cacciati e tornati più forti di prima. È la storia di Marcelo e Paulinho, due situazioni e vite differenti, entrambi esclusi da Dunga e richiamati poi da Tite. Il terzino del Real ora è uno dei più forti al mondo nel suo ruolo, il centrocampista ex Corinthians è ‘scappato’ in Cina per poi diventare un uomo chiave nel Barcellona. Sono rimasti stabilmente invece Fernandinho e Willian, accomunati da una grande carriera in Premier. Erano presenti allora, lo saranno anche questa sera (anche se solo l’esterno del Chelsea è sicuro di giocare), in una sfida sicuramente speciale per tutti e due.
Non ci saranno invece tutti gli altri. Júlio César è ormai a fine carriera: è tornato al Flamengo ma è la riserva di Diego Alves e sta preparando la sua partita d’addio al calcio giocato per il finale di stagione. Anche Maicon è uscito dal grande giro e attualmente gioca nell’Avaí in Brasile, squadra retrocessa l’anno scorso nella Série B nazionale. In patria gioca anche Fred, il centravanti titolare del 2014, che in Brasile adesso fa notizia per i suoi continui cambi di maglia, soprattutto tra club rivali come accaduto dopo il suo passaggio dall’Atlético Mineiro al Cruzeiro. Tra gli ‘europei’ David Luiz, tra i tanti infortuni e un rapporto in declino con Conte, al Chelsea sta giocando sempre meno e per questo è ormai fuori dall’orbita delle convocazioni. Così come lontano dai colori verdeoro è Dante, uno dei peggiori in campo del Mineirazo che adesso al Nizza non riesce più a trovare le prestazioni che lo portarono a partire per il Mondiale casalingo. In Francia ci gioca anche Luiz Gustavo, centrocampista del Marsiglia bocciato da Tite. Mentre Bernard, grande promessa del calcio brasiliano nel 2014, oggi fatica a emergere e a fine anno rischierà di trovarsi persino senza un contratto.
Capitolo a parte per gli esiliati in Cina. Da lì è tornato solo Paulinho, gli altri sono rimasti. Oscar ha dichiarato di preferire di guadagnare bene lì per mantenere la propria famiglia al posto di riprovare una grande carriera in Europa; Hulk è ormai da due anni allo Shangai SIPG e non sembra aver voglia di rimettersi in gioco mentre Ramires, corteggiato più volte da club europei, è rimasto al Jiangsu Suning. In Cina ci era finito anche l’allenatore di quel Brasile, Felipe Scolari, che però attualmente è senza panchina dopo l’esperienza al Guangzhou Evergrande conclusa nel 2017. C’erano ma non in campo a Belo Horizonte Neymar (che non ci sarà neanche questa sera), Thiago Silva (squalificato) e Dani Alves (in panchina).
Quella sera tanti dei titolari che giocheranno oggi a Berlino vivevano situazioni distantissime dalla realtà attuale. Ad esempio Gabriel Jesus aveva 17 anni e pitturava le strade di verdeoro per sostenere la Seleção. Alisson aveva appena tolto il posto a Dida all’Internacional ma era distantissimo dal poter ambire a una convocazione. Così come Coutinho e Casemiro, arrivati da poco a Liverpool e Real Madrid e non ancora in grado di incidere come accaduto nelle stagioni successive. Tutti loro questa sera proveranno a vendicare i compagni che non sono più in nazionale e il popolo brasiliano che ancora non ha dimenticato la tragica notte del Mineirazo.