“Quando ho capito di voler diventare un calciatore avevo tre anni e il mio Brasile veniva eliminato dall’Italia ai Mondiali di Spagna ’82”. Chissà cos’avrebbe pensato Neto Pereira, che oggi di anni ne ha 39, se gli avessero detto che la sua carriera l’avrebbe vissuta nel Paese che gli aveva spezzato il cuore quand’era ancora bambino. E che l’avrebbe conclusa, con tutta probabilità, nel Milano City FC, squadra del capoluogo lombardo in Serie D, ma con grandi ambizioni per il futuro.
Che fosse Serie B o C, la sua vita Neto l’ha dedicata al calcio, perché in fondo, in Brasile, va spesso così. “Dove sono nato, col pallone inizi a giocarci da subito. Prendevamo a calci qualunque cosa per strada e se mi sono iscritto ad una scuola è stato solo grazie agli enormi sacrifici dei miei genitori”. Nel 2000 gioca il Torneo di Viareggio e qualche osservatore lo nota. Tesserato col San Marco, con cui vince un campionato, lo compra il Varese. Ad attenderlo, i suoi anni migliori. Anche con i biancorossi vince uno scudetto e diventa l’idolo nella provincia lombarda: “Di quegli anni ricordo sempre con emozione il mio gol nella prima partita in Serie B a Torino. Ma sono indelebili anche momenti negativi, come i playoff per la Serie A persi contro la Sampdoria”. È proprio in quel mercato estivo che arrivano diverse offerte, ma l’attaccante vuole rimandare dov’è, motivo per cui, anche oggi, i tifosi biancorossi ce l’hanno nel cuore. Non si è mai pentito di quella scelta: “La rifarei mille volte: giocavo per una società che mi aveva dato tanto e a cui avevo ancora qualcosa da dare. Allora mi sentivo in debito, oggi mi sento grato come fosse ieri".
Neto Pereira quest’anno però vestirà la maglia del Milano City FC, squadra milanese in Serie D…
“Sono entusiasta di questa nuova esperienza: la dirigenza ha fatto premesse serie ed è motivata da grandi ambizioni. Il fatto che abbiano deciso di puntare su di me mi riempie di orgoglio. Spero che la mia buona tecnica e la visione di gioco possano dare un bel contributo. Ma punto tanto sul mio spirito combattivo". In campo un leone, ma fuori l’opposto: “Sono sempre stato una persona tranquilla, e da quando è nata mia figlia Bianca ancora di più; è lei il mio tempo migliore. L’unico pallino che ho è imparare a giocare a tennis, ma c’è tempo: oggi gioco per il Milano City e sarebbe troppo bello vincere il campionato con la mia nuova squadra”.