In uno dei momenti storici in cui più è acceso il dibattito sui giovani talenti, a Bologna c’è un progetto che cresce di anno in anno con grandi prospettive. A curarlo, da ormai 18 anni, è Daniele Corazza, bolognese doc, sotto la cui guida il settore giovanile dei rossoblù ha ottenuto risultati sempre migliori. E non solo in termini di trofei.
Certo, il torneo di Viareggio vinto nel 2019 è un riconoscimento importante del lavoro svolto, che non si ferma però ai soli risultati: “Il lavoro di campo è la cosa più facile. Coi ragazzi bisogna parlarci molto, capire le loro esigenze e andarci incontro” ha dichiarato Corazza ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
"Nei ragazzi bisogna crederci. Qui la prima squadra non è utopia"
Da qualche anno, quello del Bologna è un vivaio che attira diversi talenti, molti dei quali hanno avuto l’occasione di mettersi in mostra anche in Serie A sotto la guida di Sinisa Mihajlovic. “Negli ultimi 5 anni il nostro settore giovanile è cresciuto tantissimo. Molti giocatori hanno scelto Bologna per la propria formazione calcistica” ha spiegato Corazza. Come? Idee, coraggio e anche investimenti: “Quando un ragazzo deve scegliere tra più società guarda anche l’aspetto del centro sportivo. Il nostro è stato completamente ristrutturato dalla nostra dirigenza, il presidente Saputo e l’ad Claudio Fenucci hanno messo a disposizione dei campi in erba e sintetici. Poi probabilmente la nostra formazione sportiva negli anni è stata preferita anche grazie ai tantissimi esordi – ha proseguito Corazza -. Nella stagione passata ce ne sono stati 9, in quella appena conclusa 5: lo sbocco verso la prima squadra qui non è utopia”.
Amey, Raimondo, Urbanski, Stivanello, Bagnolini. Sono solo alcuni dei tanti esordienti in Serie A, nati tra 2004 e 2005. Due annate a cui il Bologna ha concesso di confrontarsi anzitempo con il campionato Primavera: “Non ce ne sono tanti perché è un campionato difficile. Le prospettive le hanno, poi il nostro lavoro poi si ferma lì. Il passaggio al professionismo di alto livello è complesso, mi auguro che per loro inizi già nella prossima stagione”.
Nel frattempo, le squadre giovanili continuano a macinare risultati di alto livello: “Questa è un’annata speciale. Abbiamo fatto un campionato importante con la nostra squadra Primavera, una squadra molto giovane in cui abbiamo schierato anche otto classe 2004 contemporaneamente. Ci siamo affacciati per la prima volta al campionato Under 18 non senza qualche difficoltà, e adesso ci stiamo preparando per la semifinale che sarà il 16 giugno a San Benedetto del Tronto. È un campionato nuovo, si fa solo da 3-4 anni ma è molto formativo e utile. Nel campionato Under 17 siamo stati inseriti in un girone molto complesso con settori giovanili di grande tradizione come Juventus, Genoa, Fiorentina, Samp, Empoli. Siamo riusciti a chiudere al primo posto, qualcosa che inizialmente era utopia”.
E i risultati si vedono, non solo con la maglia rossoblù: "Abbiamo avuto 27 giocatori del settore giovanile chiamati nelle rispettive nazionali. Certifica che alcuni ragazzi si sono messi in evidenza. Certo, da qui a diventare professionisti il passaggio non è scontato" ha proseguito Corazza. "Non ci si riesce da un giorno all’altro, bisogna lavorarci per 3-4 anni, dargli una formazione, che è ciò che abbiamo fatto con gli esordienti di quest’anno".
Insomma, oggi il Bologna è una realtà affermata nel mondo delle giovanili. Un vivaio ancor più prezioso se si pensa a quanto oggi il calcio italiano sia alla ricerca di talenti emergenti. “Nei ragazzi bisogna crederci” ha spiegato Corazza. “Bisogna avere la forza e la volontà di metterli in campo, aspettarli, lavorarci. E non pensare di trovarli pronti alle prime apparizioni nei campionati dei grandi. Ci sono tanti prospetti che possono essere valorizzati credendo in loro: ritengo che debbano essere inseriti nelle rose per dargli tempo di maturare. Chi rimane in questo settore giovanile è perché ha potenzialità di arrivare in Serie A un giorno. Questa è la nostra filosofia”. Una filosofia che, anno dopo anno, sta portando alle porte del professionismo sempre più giovani. Con la speranza di vederli spiccare il volo. Il treno per il grande calcio, oggi, parte anche da Bologna.