Bologna, il dietro le quinte del sesto posto
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Data: 08/02/2020 -

Bologna, il dietro le quinte del sesto posto

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Ha smosso il mondo pur di essere a Roma. Voleva vedergli gli occhi dei suoi ragazzi, quelli che gli avrebbero regalato la centesima vittoria in Serie A.
Come se se lo sentisse: una volta avuto l’ok dai medici del Sant’Orsola Sinisa Mihajlovic ha preparato la valigia, ha chiamato l’autista ed è partito per la capitale. L’obiettivo? Chiudere un anno sulla panchina rossoblu con una media punti pazzesca. 63 punti in 39 partite, ovvero 1,61 a partita.

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A Febbraio 2019 l’esordio 2.0 (già fu allenatore del Bologna nel 2008) con vittoria a San Siro contro l’Inter, a Febbraio 2020 lo show all’Olimpico, dove il Bologna non vinceva da 7 anni. Una notte da sesto in classifica, nell’ultimo posto disponibile per l’Europa. Una parola che sotto le Due Torri non si pronuncia dalla stagione 98/99, con il Bologna di Mazzone in Coppa Uefa. Al termine di una settimana partita con una panchina d’oro che sembrava destinata a lui, ma che solo uno come il suo tanto stimato collega Gasp poteva soffiargli.

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E allora il premio al Settore Tecnico, fatto praticamente ad hoc per lui, per quello che ha trasmesso in questi mesi di battaglia contro la leucemia. Si, probabilmente non l’avrà apprezzato così tanto, anche perché proprio lui anticipò dicendo “non premiatemi per la malattia, ma per i risultati in campo”. Quelli che sta effettivamente ottenendo con la squadra dei ragazzini che stanno facendo sognare una città; all’Olimpico Mihajlovic ha fatto scendere in campo otto under 23. Le scoperte-sorprese della coppia Bigon-Sabatini, artefice di un mercato fatto di scommesse diventate oggi certezze.

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Uno su tutti: Jerdy Schouten “un signore del centrocampo” lo ha definito Walter Sabatini, il giorno dopo la sconfitta contro il Torino dove arrivò qualche critica non gradita dal coordinatore dell’area tecnica del Bologna. Oggi il classe '97 olandese sta diventando il regista imprescindibile di questa squadra, all’Olimpico ha giocato una partita straordinaria in mezzo a Veretout e Cristante, fatta di tecnica, equilibrio, sostanza ed eleganza.
E che dire dell’impatto di Barrow? 4 partite 3 gol e 2 assist. E una botta alla caviglia che non preoccupa, nel giro di una settimana dovrebbe essere risolta. Svanberg, Skov Olsen, Dominguez, tutti poco più che ventenni che hanno infinite chance ancora da poter sfruttare e vivere ancora nottate come quella di ieri.

“Vincere qui ha un sapore particolare” ha detto l’ex Lukasz Skorupski, l’orgoglio in porta di Sinisa, che meglio di tutti ha saputo sintetizzare il momento del Bologna: “È vero che prendiamo spesso gol, ma ora ditemi la verità: se subiamo almeno un gol da 18 partite consecutive ma siamo sesti in classifica, cosa c’è di male?” nulla, avranno risposto i tifosi. Sinisa invece gli avrà tirato le orecchie, perché da oggi a Casteldebole si lavora per restare lì in alta quota, dove il Bologna era da tanto, troppo tempo che non si vedeva.

Tags: Bologna



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