"Abbiamo fatto un mezzo miracolo" Così Sinisa Mihajlovic ha commentato il raggiungimento matematico della salvezza. Già, il serbo ha preso in mano il Bologna il 28 gennaio scorso, il giorno dopo la batosta casalinga subita dal Frosinone. La squadra non segnava ed era al 18esimo posto, in pieno incubo retrocessione. Poi con lui solo cinque sconfitte in sedici partite e una cavalcata incredibile che potrebbe portare i rossoblu addirittura a concludere decimi (servirà una vittoria con il Napoli e un passo falso sia della Spal sia del Sassuolo).
Una bella rivincita per Mihajlovic, che a Bologna era già stato dieci anni fa, stagione 2008-2009: "Per questo ho accettato l'offerta nonostante la situazione difficile - ha spiegato in esclusiva al Corriere dello Sport - perché quell'esonero era ancora una ferita aperta, in quanto non meritato e deciso da persone fuori dal Bologna. In quel caso ero sicuro di salvare la squadra, il presidente Francesca Menarini mi aveva rassicurato dicendomi che sarei stato l'allenatore fino a quando lei sarebbe stata al comando del club. Alla fine mi chiamò il direttore generale Pir Giovanni Ricci per comunicarmi l'esonero. A fine campionato Ricci mi spiegò che quell'esonero era stato deciso da un amico del padre del presidente (Luciano Moggi n.d.r) che avrebbe voluto Papadopulo per il presente e Antonio Conte per il futuro".
Ma alla fine il calcio è una ruota che gira. Così il Bologna non reagisce, Sinisa viene contattato e, nonostante una proposta del Valencia, accetta l'offerta: "Non mi piace lasciare le cose in sospeso - ha spiegato il serbo - ho accettato di cuore. E sono sempre stato convinto di una cosa, ovvero che - qualora i giocatori mi avessero seguito - io il Bologna lo avrei salvato. Quando sono arrivato ho chiuso tutta la squadra nello spogliatoio e ho parlato estremamente chiaro, dicendo ai ragazzi che dovevamo essere noi a riportare la gente alo stadio. Io mi diverto solo quando vinco"
Il Bologna vince subito a San Siro con l'Inter. Poi perde con Roma e Juventus: "Ma immeritatamente - racconta Mihajlovic - all'Olimpico mi si avvicina Kolarov e mi dice: "All'andata avanzavo, avanzavo e nessuno mi veniva a prendere, stasera sembravate 22". Anche De Rossi mi chiese come avessi fatto a stravolgere in quel modo la squadra. I ragazzi sono stati bravissimi ad ascolarmi e a seguirmi. Adesso vogliamo il decimo posto. che sarebbe incredibile. Mai nessuno credo ce l'abbia fatta quando a gennaio aveva un piede e mezzo in B. Questo Bologna, per quanto ha fatto, deve entrare nella storia del calcio italiano".