In campo dall'inizio alla fine nell'ultimo match dell'Italia Under-21 contro San Marino, Riccardo Calafiori si sta rivelando uno dei prospetti più interessanti del panorama calcistico italiano. Mentre la Nazionale maggiore si prepara in vista della sfida cruciale contro l'Ucraina, l'azzurrino classe 2002 ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport.
L'intervista di Calafiori a La Gazzetta dello Sport
In apertura il difensore del Bologna si è espresso in merito alla sua posizione in campo: "Alla fine il terzino è quello che sono abituato a fare. Negli ultimi mesi ho giocato centrale nel Bologna, ma ancora mi ricordo come si fa. La gara con San Marino mi è servita per far capire che posso giocare in entrambi i ruoli ed essere ancora più utile alla squadra".
Un ruolo, quello di Calafiori, che con i vari Dimarco, Udogie e Parigi in Italia sembra essere inflazionato: "Me ne sono accorto nelle chiamate che non sono arrivate negli anni passati... In Italia sono sfortunato perché di terzini sinistri ce ne sono tanti, ma in generale è più difficile trovarli. Quindi a livello di ruolo sono messo bene, penso".
Dopodiché il ventunenne ha parlato del grave infortunio al ginocchio sinistro riportato il 2 ottobre 2018: "Successe al mio esordio in Primavera in Youth League con la Roma, contro il Viktoria Plzen, ormai più di cinque anni fa. Uno scontro di gioco, un fallo bruttissimo che ho subito. La mia forza è stata che ero talmente giovane da non pensare troppo e da non capire la gravità della situazione".
Continua il giovane difensore: "Non ho mai pensato di arrendermi, di smettere, ma anzi non vedevo l'ora di tornare in campo. Ho fatto di tutto per tornare al massimo, con il senno di poi penso di essere tornato meglio di prima. 'Tornerò più forte' è una frase fatta che dicono tutti, ma io l'ho provato sulla mia pelle e sono diventato meglio di prima".
Calafiori ha poi parlato di Thiago Motta, suo attuale allenatore al Bologna: "Mi piace molto come affronta la settimana, come prepara la gara. È attento su tutto, ogni particolare. Se sbagli te lo fa notare e questo ti permette di migliorare molto. Dove può arrivare il Bologna? Come dice il mister, vediamo partita per partita. Ora è troppo presto, vediamo ad aprile-maggio dove saremo".
Infine sull'addio alla Roma dopo undici anni, nel 2022: "È stato difficile perché sono entrato a Trigoria quando avevo appena 9 anni. Ma è stata la scelta migliore, perché io volevo e dovevo giocare di più. Non ero più nei piani della Roma e sono andato prima all'estero al Basilea, mentre ora mi sto giocando bene le mie carte al Bologna".
Una stagione, quella al Basilea, che lo ha aiutato molto: "A me è servito tantissimo, senza quell'esperienza non sarei il giocatore e l'uomo che sono adesso. La consiglio a tutti, se sei in difficoltà nel tuo Paese all'estero puoi avere più possibilità".