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Bocalon, gol pesanti e libri di psicologia per scrivere la storia dell’Alessandria

“Din don din don… intervengo da La Spezia, ha segnato Bocalon”, cantano i tifosi ‘grigi’ senza interruzione. Dopo la partita vinta a La Spezia lunedì scorso, per le strade di Alessandria, il coro dedicato a Riccardo Bocalon è la hit del momento: la passione e l’euforia sono ai massimi storici. E come dar loro torto? Negli ultimi anni, tra alti ma soprattutto bassi, la loro passione non è mai stata scalfita, figuriamoci ora.

Il merito è sicuramente da condividere tra squadra, tecnico, staff e società, ma se ci fosse un nome da indicare, uno solo, per i tifosi non ci sarebbe alcun dubbio: Riccardo Bocalon, anzi BocaGol. Da Venezia ad Alessandria. Il loro bomber: amato, osannato, idolatrato. E non solo da lunedì: è dall’inizio dell’anno che il “Boca” segna con una continuità pazzesca ed i gol in campionato sono già 10. “Grande bomber” oppure “Ci fai venire un infarto se fai dei gol così”, gli grida la gente per le vie della città, tentando in ogni modo di complimentarsi e magari ottenere una foto col proprio eroe.

Bocalon è la classica prima punta che fa dell’ area di rigore il proprio habitat naturale. Negli ultimi venticinque metri è cinico e spietato: un predatore. Gol pesanti, pesantissimi. la rete decisiva nel 2010 contro il Verona che ha permesso al Portogruaro di approdare in Serie B è forse la più famosa, ma basterebbe ripercorre la stagione corrente per trovarne almeno un’altra mezza dozzina: chiedete a Pavia, Genoa e Spezia per credere.  Ma Riccardo non è solo un grande attaccante. Ragazzo a modo, gentile e disponibile.

Non rifiuta mai di rispondere agli elogi della sua gente: ha sempre una parola di ringraziamento per tutti. Sempre sul pezzo. Grande professionista. Con le idee ben chiare, anche grazie ad una passione particolare: “Adoro leggere libri di psicologia, motivazionali e di crescita personale – rivela in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com –  secondo me essere consapevoli dei propri mezzi e pensare sempre positivo fa la differenza. Però… Anche giocare alla Playstation non mi dispiace, anzi”. “The Secret” di Rhonda Byrne e “The Key” di Joe Vitale i libri preferiti; “Fifa16” e “Call of Duty” i giochi per la Play più utilizzati.

E per uno che tra i tanti allenatori ha avuto anche Mourinho, quando dalla Primavera dell’inter si aggregava alla prima squadra nella stagione 2008/09, la mentalità vincente è qualcosa di imprescindibile: “Era impressionante come conoscesse i nomi di tutti e curava ogni cosa nel minimo dettaglio. Allenarti con certi allenatori e certi campioni ti fa capire davvero qual è il giusto modo di allenarsi. Ogni partitella sembrava una finale per ciascuno di loro”. Interista, che giocava nell’Inter, con quella foto da bambino insieme a Recoba sempre con sè salvata sullo smarthphone.

Tifoso però atipico. Il motivo? Beh, quel suo idolo, un certo Pippo Inzaghi che con la maglia dei cugini rossoneri qualche trofeo l’ha alzato: “Inzaghi è sempre stato il mio punto di riferimento, anche se sono interista. Quando mi ha chiamato per complimentarsi con me dopo l’ultima partita davvero non ci credevo, non mi sembrava vero. Però, a mia discolpa, posso dire che anche Ibra e Milito mi sono sempre piaciuti da morire”. In fondo, qualcosa in comune anche con Ibra (del quale ha letto anche il libro) c’è: la valigia sempre pronta. la sedentarietà non è mai stato il punto forte del “Boca”.

Non c’è tempo per la nostalgia di casa quando ci sono certi traguardi da raggiungere, anche se la sua Venezia gli è rimasta nel cuore, eccome. Impossibile dimenticarsi della città in cui si è cresciuti, maturati (calcisticamente e non) e dove si è conosciuto l’amore della propria vita. “Certo, adoro tornare a Venezia, ma sono una persona che si abitua facilmente ai cambiamenti. Però ciò che accade nella mia città mi sta a cuore, sopratutto lo sport: dalla Regata Storica al calcio e basket”. Tante città visitate, ma anche molte maglie indossate: Treviso, Milano, Carpi, Suditirol, tra le altre.

Una stagione in particolare è rimasta nel suo cuore e spera di riviverla con l’Alessandria: “il 2010 col Portogruaro fu pazzesco: segnare il gol vittoria contro il Verona davanti a 25000 persone e vincere il campionato per poi approdare per la prima volta in Serie B fu un’emozione indimenticabile. Spero di replicarla quest’anno con l’Alessandria perchè questa piazza merita davvero”. In fondo a ventisette anni si è nel pieno della maturità calcistica e sognare è più che lecito.  La Serie A? Perchè no. “La Serie A sarebbe davvero il massimo. Non mi pento di nulla nella mia carriera, ma vorrei davvero raggiungere questo traguardo, anche grazie al supporto delle persone più importanti della mia vita, ovvero i miei genitori e mia moglie Barbara, che mi sopporta (ride ndr)”.

Quella Serie B che ad Alessandria manca dalla stagione ’74/’75 è tuttavia l’ obiettivo primario, ma di certo Bocalon non si pone limiti. Più idolo di così. La hit del momento, di questo passo, potrebbe diventare la hit della stagione: “Din don din don din don…”.

Alberto Trovamala