Bruno Bertinato, il paratutto del Venezia: “Momento da sogno, voglio continuare così”
Marco Juric 10 Dicembre 2022NULL

Una scelta particolare, senza nessuna esperienza da professionista. «L’inizio di carriera in Brasile per i portieri giovani è molto difficile. Sono davvero pochi quelli che riescono a giocare, la cultura porta a far giocare i portieri più esperti. Basta guardare il Brasilerao. Sapendo questo e avendo sempre il sogno di giocare in Italia, non ho voluto avere la pazienza di aspettare in Brasile. Magari andando in prestito in piccole realtà del mio paese e quindi quando il Venezia mi ha cercato non ci ho pensato due volte e sono venuto».

Un salto in avanti molto grande che ha avuto le sue conseguenze: «Sono arrivato a 19 anni e ho dovuto rifare tutto. Reimpostare tutta la mia base tecnica, adattarmi alla cultura, al paese ma anche allo stile di gioco. Era davvero tutto diverso rispetto al Brasile. Dopo un anno e mezzo di allenamenti, da terzo, ho pensato che fosse il momento giusto di provarci in Serie C. Ed è stata un’ottima esperienza perché mi ha fatto crescere, mi ha fatto scoprire il calcio vero. Alla fine avevo giocato solo con le giovanili. Ho iniziato a vedere la realtà del calcio».

Il Brasile rimane casa e il cuore non può che battere per i verdeoro. E la sconfitta contro la Croazia al Mondiale ha colpito anche il tifoso Bruno: «Mamma mia, non me l’aspettavo. Avevamo tante aspettative su questo Mondiale. La squadra era veramente forte ed abbiamo anche giocato bene. Ma il Brasile gioca pochissimo contro squadre europee e non ha l’abitudine a giocare di squadra contro certe nazionali. Non è un caso che negli ultimi Mondiali siamo usciti solo contro una nazionale europea».
Il sogno di giocare un giorno con la Nazionale, dopo alcune presenze con le giovanili rimane. Magari insieme al suo grande amico Matheus Cunha, attaccante dell’Atletico Madrid: «Siamo cresciuti insieme nel settore giovanile del Coritiba. Da giovani l’ho ospitato a casa, perché lui è dello stato di Paraiba, una regione del nord del Brasile e Coritiba sta a sud, molto lontano da dove è nato. Lui abitava nel Convitto del club ed era lontano da famiglia e dagli affetti. Abbiamo giocato un torneo insieme a Dallas, è stato il primo che abbiamo giocato insieme da titolare. Ma si vedeva avesse qualcosa in più, infatti lo hanno venduto dopo pochi mesi al Sion e da lì è partita. Abbiamo mantenuto un bel rapporto e capita di sentirci ancora oggi».

Domenica c’è il Cosenza e toccherà ancora a Bertinato, con la speranza che Vanoli possa dargli quella maglia da titolare anche dopo il ritorno di Joronen: «Sono ambizioso, credo sia normale. Tutti vogliono giocare e spero di avere continuità in questo campionato, aiutando la squadra. A partire da domani».