Sulla carta d’identità, alla voce nazionalità c’è scritto "svizzero", ma ormai è un italiano acquisito. Gaetano Berardi ha lasciato Lugano quando aveva 16 anni per andare prima a Brescia e poi alla Sampdoria. Ma il centrale classe ’88 la gloria se l’è voluta prendere in Inghilterra. Quando se ne è andato, a Leeds titolavano: "il leone che ha messo la squadra prima di lui, ogni volta". Come copertina una sua foto con la faccia insanguinata dopo uno scontro. Si potrebbe riassumere così l’amore tra Gaetano Berardi e i Whites.
Berardi: "Bielsa è stato fondamentale per la mia carriera"
Poche persone sono entrate così nel cuore dei tifosi del Leeds, una delle firm più calde del Regno Unito. Tra i pochi altri c’è Marcelo Bielsa. Alla prima occhiata, uno svizzero e un argentino (loco) non hanno molto in comune. Eppure "Marcelo Bielsa è stato fondamentale per la mia carriera. Era sempre attento ai dettagli. Anche se il giorno prima aveva fatto una bella partita, il giorno dopo evidenziava solo gli errori che avevamo fatto e ti convinceva di aver fatto una brutta partita".
E se lo chiamano loco, un motivo c’è sempre. "Era arrivato da poche settimane ed eravamo in ritiro. Con il suo traduttore decide di farci fare un'attività di un'ora dove raccoglievamo spazzatura in un parco. Devo dire che è stato molto interessante". La lezione? "Ci ha fatto capire quanti sacrifici fanno i tifosi per guadagnarsi il costo del biglietto e venirci a vedere".
Un leone a Leeds
157 presenze in totale con la maglia del Leeds e, soprattutto, 8 rossi. Proprio questo dettaglio (molto probabilmente) ha fatto sbocciare l’amore tra le due parti. "Si era creato un rapporto speciale: non solo con i compagni e la società ma proprio con tutte le persone della città". È stato tra i protagonisti assoluti del ritorno in Premier League nel 2020 fino al crack: rottura del crociato. Della stagione in Championship gli fa perdere solo l’ultima partita contro il Charlton. Non avrà la stessa "fortuna" nella massima serie. Ma riesce comunque a esordire, con un aiuto speciale.
Quello di Marcelo Bielsa. "Mi spronava sempre per farmi rientrare perchè voleva farmi debuttare. Però diceva che dovevo recuperare bene perchè non voleva farmi fare brutte figure. È stata un'emozione importante. Eravamo a poche giornate dalla fine ma è stata molto combattuta". Dopo quelle 2 presenze in Premier ha scelto di chiudere la parentesi Leeds, "decisione presa insieme alla mia famiglia. Volevamo riavvicinarci a casa anche perchè è da poco nato mio figlio".
La sfida contro Gnonto e il ricordo di Mihajlovic
Rimanendo in ambito grandi allenatori, la mente torna alla stagione 2013/2014 alla Sampdoria e a un uomo, Sinisa Mihajlovic. "È stata una grandissima persona. Purtroppo ho avuto poco tempo per lavorare con lui perchè sono andato via dopo 6 mesi da quando era arrivato. Ma nello spogliatoio aveva una grande personalità e soprattutto era molto preparato sul lato tecnico. Insieme a lui non voglia dimenticare Delio Rossi che ho avuto sempre alla Samp, altro grande allenatore".
Con la mente si torna al 2020, dalla Premier League all’essere svincolato. "È stato un periodo difficile". Poi l’offerta del Sion dove ha affrontato anche Willy Gnonto, che al tempo giocava allo Zurigo. "Non lo conoscevo molto ma tutti parlavano molto bene di questo giovane. Era entrato nel secondo tempo e ci ha dato un bel po' da fare in difesa (ride, ndr)". Casualità ha voluto che ora Gnonto è nel "suo" Leeds.
Futuro? Ora la testa è solo al Bellinzona: "Prima pensiamo a ottenere l'obiettivo, poi vediamo". La salvezza è a 4 punti. "Da un po' ho preso la decisione di fare l'allenatore grazie a Bielsa, è stato fondamentale per questa scelta". La razionalità svizzera, la "pazzia" italo argentina e la concretezza inglese: el loco di Leeds Gaetano Berardi.