E' tornato. E se ne sono accorti tutti. Un #Bentornato, accompagnato anche da un finalmente perché la mancanza di Alessandro Florenzi era troppa. Per la Roma e per i suoi tifosi, per il calcio italiano in generale anche. Trecentoventicinque giorni dopo, rieccolo in campo e dal primo minuto. Proprio ieri, in un 16 settembre che per lui è davvero magico. Una data speciale, un giorno da ricordare. Ed è così dal 2012, quando in questa stessa giornata aveva segnato il suo secondo gol in Serie A contro il Bologna; poi nel 2013 altra rete, sempre il 16 settembre, contro il Parma al Tardini. Ma non è finita qui: il 16 settembre 2015 aveva segnato quell'eurogol incredibile da quasi metà campo contro il Barcellona in Champions League (quello per cui era stato candidato al Premio Puskas). E ieri sera: l'assist della rinascita, quello per il primo gol di Dzeko. Preciso, col contagiri, col sinistro.
“Speriamo che il 16 settembre si giochi più spesso. Cosa succederà nel 2018? Magari la nascita di un'altra figlia”. E' passato del tempo ma è il Florenzi di sempre. Quello che davanti ad un microfono non rinuncia a un sorriso o una battuta, quello che fa capire quanto per lui sia fondamentale la famiglia. Lo stesso Florenzi, sì, ma anche più maturo, come calciatore e come uomo: “Ho usato l'infortunio per me, nella mia testa, per rendermi ancora più uomo e più consapevole. Serve del lavoro per andare avanti, già prima la mia vita era basata su questo ma adesso ancora di più. Stando fuori ti mancano tante cose, ma penso che questo vada messo in secondo piano. Se non avessi avuto gli affetti, mia moglie e mia figlia, non sarei riuscito a fare tutto quello che ho fatto. E ora non vedo l'ora di abbracciarle appena torno a casa”.
Quanto gli è mancato il campo. Quanto gli è pesato questo stop così lungo. Tanto che all'inizio non voleva nemmeno guardare gli allenamenti, nessun'altra partita oltre quelle della Roma. Perché con la squadra giallorossa c'è più del legame società-tesserato. C'è la fede. “De Rossi, invece, nell'ambiente calcistico è quello che mi ha aiutato più di tutti”. Il capitano e il vice che torna, nella prima stagione senza più Totti.
Comunque Florenzi mancava, lì sulla fascia. Il terzino che corre, spinge, disegna cross, assist ma anche traiettorie interessanti verso la porta perché il feeling col gol c'è sempre stato. Il jolly. Ieri sera è tornato e questo suo ritorno di certo non è passato inosservato. Florenzi è di nuovo lì, a correre sulla fascia. Come uno dei migliori rinforzi possibili che non è arrivato dal mercato ma era già in casa, in attesa solo di rinascere. Ieri l'ha fatto, in un 16 settembre prevedibilmente e incredibilmente speciale. #Bentornato.