La vittoria alla Johann Crujff Arena, complice anche il pareggio dell'andata grazie al gol di Yaremchuck (e la sua esultanza dedicata all'Ucraina) ha permesso al Benfica di accedere ai quarti di finale di Champions League.
È solamente la quarta volta che accade dalla rinominazione della competizione del 1992. Eliminato l'Ajax, dato alla vigilia come la grande favorita dell'incontro, che sta dominando l'Eredivisie e nei gironi di Champions aveva vinto tutte le partite.
Una stagione totalmente double face, quella che sta vivendo il Benfica. Mentre in Champions League, partendo dai preliminari (dove ha eliminato il Psv), è riuscito a vincere 3-0 contro il Barcellona nel girone e a eliminare l'Ajax agli ottavi - rimanendo l'unica portoghese in competizione - è proprio in campionato che arranca. Terzo posto, una distanza significativa dal Porto che è costato l'addio per Jorge Jesus, con la conseguente promozione dalla squadra B di Nelson Verissimo.
Benfica vola grazie alla stella Nunez, "il nuovo Cavani"
Uomo immagine di questo Benfica è senza dubbio Darwin Nunez. Il centravanti uruguaiano classe '99, ha deciso la partita di Amsterdam, mentre nei gironi aveva già segnato a Bayern Monaco e Barcellona. Predestinato sin da piccolo, quando giocava con le giovanili del Penarol, grazie anche alla lunga chioma, è stato denominato "il nuovo Cavani".
La sua, però, è una di quelle storie sudamericane segnate da povertà e sacrifici. Figlio di Bibiano, operaio edile che guadagnava poco e mamma Silvia, che si sacrificava nel raccogliere dalle strade del piccolo paese di Artigas delle bottiglie da rivendere per raccogliere qualche soldo, le entrate in casa erano poche. In un'intervista, l'attaccante ricorda che "mia madre spesso andava a letto a stomaco vuoto, lavorava per dare da mangiare prima di tutto a me e a mio fratello. Non lo dimenticherò mai". Una situazione così difficile da spingere il fratello di Darwin, Junior, a rinunciare al calcio per permettere a suo fratello di farlo: "Hai più talento di me, devi continuare a giocare a calcio. Io torno a casa e mi occuperò di mamma". Scelta lungimirante, visto come è andata la storia. Adesso Darwin è l'attaccante titolare di una delle prime otto squadre d'Europa, con una clausola rescissoria da 150 milioni
Non solo gioventù: in difesa Vertonghen-Otamendi
Ma il Benfica non è solo Nunez. La squadra portoghese è formata da un mix di giovane talento (che oltre a Nunez vede anche il brasiliano Everton), e di esperienza. Al centro della difesa, infatti, è la coppia formata da Vertonghen e Otamendi a proteggere la porta di Vlachodimos.
Entrambi dalla grande esperienza (classe '87 il belga, '88 l'argentino), in Portogallo sembrano essersi allungati la carriera. Cresciuto proprio nell'Ajax, Vertonghen è la colonna portante da oltre dieci anni del Belgio, dove ha formato una solida coppia con Alderweireld, riproposta anche nel Tottenham. Otamendi, invece, partito proprio dal Portogallo (sponda Porto), è passato poi da Valencia e Manchester City, per ritornare nel 2020 nella penisola iberica, questa volta al Benfica, dove ha ritrovato la condizione che gli ha permesso, la scorsa estate, di vincere la Copa America con l'Argentina.
(Mini) Derby di Milano nello spogliatoio
Nello spogliatoio portoghese, però, si respira anche tanta Serie A, o meglio, derby di Milano: quattro giocatori del Benfica hanno esperienze nel nostro campionato: due per il Milan, due per l'Inter. Gli ex rossoneri sono Taarabt, meteora del Milan di Seedorf, e ora titolare nel centrocampo del Benfica, e Meitè, reduce da una fugace esperienza la scorsa stagione, dopo l'esperienza al Torino.
Sponda Inter, invece, abbiamo Joao Mario, che dopo essere stato pagato profumatamente dai nerazzurri dopo l'Europeo vinto, mai ha mostrato il suo potenziale, e Valentino Lazaro, arrivato nel 2019 dal Borussia Monchengladbach, non convinse Conte, che a gennaio 2020 lo lasciò andare via in prestito. Ora, mentre Inter e MIlan lottano per lo scudetto, loro, nel Benfica, si giocheranno l'accesso alle semifinali di Champions League.