"Io perdevo qui, poi ho guardato il maxischermo e ho visto che aveva segnato Lazzari e c'era un piccola felicità in me nonostante il nostro risultato". L'intervista post Samp-Benevento di Pippo Inzaghi inizia in contemporanea con quella del fratello Simone, in diretta da Cagliari e anche lui reduce da una vittoria.
Ognugno con la testa sul proprio campo ma con un pensiero al risultato dell'altro. Come i genitori che da casa in qualche modo avranno seguito tutti e due anche se impegnati contemporaneamente: "Ho chiamato a casa, mio padre piangeva, alla fine non sono riuscito a parlare nè con lui nè con mia madre", ha detto Pippo mentre Simone lo ascoltava.
Perché a fine gara è stato bello ritrovarsi entrambi con lo stesso sorriso per due vittorie, la propria e quella dell'altro. "Simone è un esempio, è una giornata bellissima per noi, ma lui non è una sorpresa, è una conferma".
La novità è questo Benevento in Serie A che è riuscito a rimontare e ribaltare il 2-0 della Samp all'esordio da neopromossa: "Sono felice, non ci siamo accontentati.
Io credo molto in questa squadra - ha proseguito Pippo Inzaghi ai microfoni di SkySport - e ho visto un ottimo atteggiamento. Al di là dei gol fatti, volevo giocassimo in questo modo, infatti mi è piaciuta la mentalità perché è su questa che devo lavorare.
A fine partita sentire un allenatore come Ranieri che mi fa i complimenti per la mia squadra è una soddisfazione enorme. Questa non è la B ma la squadra è stata brava e sono contento.
Io diverso? Sono sempre me stesso, continuo a crescere come farò anche tra 20 anni. Se non ci fosse stata quella delusione in Serie A non ci sarebbe stato nemmeno il record con il Benevento. A me il calcio ha già dato tutto, potevo anche stare a casa adesso. La mia soddisfazione è essere orgoglioso dei miei giocatori. Io dovrò sempre migliorare ma le fortune degli allenatori le fanno i giocatori.
Io devo capire che giocatori ho e poi fargli fare la cosa migliore e tirare fuori il meglio da ognuno di loro. Conosco questa realtà".
Chiusura su un pensiero in vista di Benevento-Bologna, in programma domenica 4 ottobre: "Non rappresenta nulla, lì ho tanti amici. I dirigenti sono sempre stati vicino a me e sono stati i primi a farmi i complimenti l'anno scorso. Posso solo parlare bene di Bologna ma io voglio sempre vincere".