Il Vichingo viola ha messo una nuova bandiera nel suo viaggio di conquista: Bruges è il luogo della svolta, del gol più importante della carriera.
Sì, perché Lucas Beltràn ha segnato il rigore che porta la Fiorentina in finale di Conference League per il secondo anno consecutivo.
Beltràn decisivo per la Viola, che va in finale di Conference League
La partita contro il Bruges sembrava stregata. Tre legni (due di Kouamé e uno di Biraghi su punizione): sembrava un copione da incubo: i viola come il Paris Saint-Germain, che in due partite contro il Borussia Dortmund ha colpito ben sei pali e traverse per poi essere eliminato. E invece ci ha pensato lui, l'ex River Plate, a scrivere una storia differente, a far partire la festa (e l'attesa).
Come Barak un anno fa: Beltràn ha segnato nel finale il gol che porta la Fiorentina alla seconda finale europea consecutiva. Bruges come Basilea: a Firenze ora si augurano che Atene sia diversa da Praga.
"Con Batistuta abbiamo fatto una cena, c'erano lui e altri amici. Abbiamo parlato di calcio e della vita; per me è un orgoglio vestire questa maglia, portare il numero di un giocatore che ha fatto la storia della squadra e della città. Mi piacerebbe essere il degno successore, per Firenze e la Fiorentina", ha raccontato Beltràn nel post partita.
Pochi minuti prima aveva usato la stessa personalità e consapevolezza per prendere il pallone: "Nico mi ha chiesto se fossi sicuro e ho risposto di sì, che mi sarebbe piaciuto tirare, e allora l'ho fatto".
Quello contro il Bruges è il decimo gol della stagione, il quarto in Conference. La Fiorentina lo aveva preso per fare l'attaccante, la punta, ma Italiano lo ha reinventato trequartista: una mossa vincente, che ha aggiunto armi al reparto senza penalizzare l'argentino, come confermano le presenze (46 fra tutte le competizioni).
Beltràn ha anche infranto quella che Italiano chiama la "maledizione" dei rigori, che a turno ha colpito i Viola tra Serie A e Supercoppa italiana. La Fiorentina aveva sbagliato tutti gli ultimi cinque: non questo, non Lucas. E allora dopo Bruges, il Vichingo punta a un'altra meta, di nome Atene.