Alla vigilia di Belgio-Canada, match d'esordio per entrambe le nazionali al Mondiale in Qatar 2022, ha parlato in conferenza stampa anche il difensore belga Jan Vertonghen, centrale dell'Anderlecht che ha avuto modo di rispondere anche a una domanda legata alla tanto discussa fascia da capitano con la scritta "One Love". Una fascia che il capitano belga avrebbe indossato insieme ad altri sei capitani di altrettante diverse rappresentative, per lanciare un messaggio a tutela di parte dei diritti umani - secondo molti Paesi occidentali - bistrattati in Qatar.
La suddetta fascia, però, è stata abolita dopo le pressioni da parte degli organizzatori qatarioti verso la FIFA, in quanto andrebbe contro alcuni temi culturali presenti nel Paese, appunto assai discussi già da mesi. Alle domande sull'abolizione della fascia, Vertonghen ha risposto con timore: "Se fai una dichiarazione ora su quella fascia da capitano, vale a punirti da solo. Ora ho paura di dire qualcosa. Non mi sento a mio agio a parlarne".
Vertonghen: "Noi calciatori sotto controllo..."
Parole forti quelle dell'ex difensore di Tottenham e Benfica, per quanto contenute esse siano: "Ho il timore di dire qualcosa riguardo le questioni sulla fascia One Love perché ho paura mi venga preclusa la possibilità di giocare titolare la prossima gara (all'esordio col Canada, ndr)".
"Questa è una cosa che non ho mai sperimentato nel mondo del calcio e non voglio mai più sperimentarla di nuovo, perché non è per niente una bella cosa. Siamo sotto controllo", ha proseguito il difensore belga.
“Non mi piace fare dichiarazioni politiche. Siamo qui per giocare a calcio e, se non possiamo farlo a causa di fare una dichiarazione atta a dire cose normali come 'no' al razzismo e alla discriminazione, allora cosa? Cosa possiamo fare? In merito alla questione non voglio dire più niente - ha concluso Jan Vertonghen. Credo di aver detto anche abbastanza, domani alle ore 22 (locali, ndr) voglio giocare".