Da 6 a 60, sempre col Milan dentro: “E’ la mia vita”. La sua maglia, la numero 6, è stata ritirata dopo il suo addio al rossonero, non l’ha più indossata nessuno. Oggi Franco Baresi compie 60 anni e ricorda ancora quel gesto con emozione: “C’è sempre stata riconoscenza nei miei confronti da parte della società, Berlusconi anche lì giocò d’anticipo e sorprese tutti”, ricorda l’ex difensore rossonero in un’intervista al Corriere dello Sport.
"Cinque persone mi hanno dato tanto"
Successi, gioie, trofei e anche qualche delusione. L’esperienza al Milan di Baresi è stata lunga e piena di emozioni: “Tanti giovani mi hanno visto in televisione e non hanno vissuto dal vivo i miei anni – ricorda Baresi al Corriere dello Sport - Il Milan è la mia vita. Penso alla mia infanzia ed alle tappe che ho dovuto affrontare. Sono arrivato adolescente ed oggi, a 60 anni, sono un po’ più maturo e più saggio. Con il Milan ne ho viste tante, sia sul campo sia da dirigente. Ho incontrato tante persone lungo il cammino che mi hanno fatto crescere, mi hanno forgiato e mi hanno dato”.
Cinque persone gli hanno dato tanto nel corso della sua vita calcistica: “Gianni Rivera, Nereo Rocco, Nils Liedholm, Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi. Sono persone che mi hanno dato molto. Rivera è stato il mio capitano, da lui ho imparato tantissimo, anche se l’ho avuto solo un anno perché lui era a fine carriera. Mi è servito tantissimo quell’annata dove abbiamo vinto lo Scudetto della Stella con una squadra che non era, di certo, la favorita per vincere il campionato. Liedholm e Rocco sono state due icone: se penso a loro mi vengono i brividi”.
Gioie e (pochi) dolori in rossonero
Tanti, tantissimi, i momenti belli da ricordare in rossonero, difficile sceglierne solo uno: “Quelli brutti sono stati pochi, anche se il più brutto è stato quello della seconda retrocessione. Ebbi un’infezione da stafilococco che mi tenne fuori da ottobre fino a febbraio. Venne comprato Maurizio Venturi per sostituirmi. Fu un’annata balorda. Il momento più bello? Difficile dirne uno. Anche se metterei in fila i primi due anni di Sacchi. Lo Scudetto del 1988 è stato pieno di sorprese perché praticavamo un calcio nuovo, diverso. L’anno dopo siamo tornati in Coppa dei Campioni e l’abbiamo vinta. In breve siamo arrivati in cima al mondo. È stato un momento grandioso”.
Sui protagonisti del Milan di oggi, a partire da Romagnoli: “Sappiamo quali sono le qualità di Alessio, uno dei migliori giocatori che abbiamo in Italia. È al Milan da diversi anni e credo che stia capendo l’importanza di giocare con la maglia rossonera. La fascia al braccio è un pezzo di stoffa, ma ha effetti incredibili su chi la indossa. Donnarumma? Se deve restare? Le opportunità sono diverse rispetto ai miei tempi, dare consigli è sempre molto difficile. Se fossi Donnarumma non esiterei a rimanere”, conclude Baresi.
L’intervista completa sul Corriere dello Sport in edicola oggi