"La prigione non è una soluzione". La Catalogna si oppone con tutte le sue forze, il Barça ne prende le difese. I campionati si fermano, i calciatori si schierano: "I conflitti sulla questione-Catalogna possono essere risolti soltanto per mezzo del dialogo politico. La detenzione preventiva non serviva a nulla, la condanna alla reclusione nemmeno". La Suprema Corte spagnola, nelle scorse ore, ha giudicato meritevoli di pena detentiva (dai 9 ai 13 anni) tutti i leader politici separatisti che, due anni fa, si assunsero la responsabilità della gestione del governo catalano in seguito al referendum per l'indipendenza della regione.
Il popolo di Barcellona e di tutti i comuni circostanti è sceso nelle strade per protestare contro una decisione giudiziale ritenuta ingiusta e sproporzionata, un gruppo di manifestanti ha marciato in direzione dell'aeroporto El Prat in maniera tale da bloccarne l'accesso. Da sempre fieri di rappresentare la Catalogna, anche numerosi personaggi del mondo dello sport hanno deciso di "scendere in campo" ed esprimersi a proposito dell'argomento.
L'ha fatto Gerard Piqué, capitano della nazionale rappresentativa della Catalogna, che con un tweet ha fatto sua la posizione espressa dal Barcellona Football Club per mezzo di un comunicato ufficiale. "Orgoglioso di essere parte di questa società", ha dichiarato il difensore centrale.
Un altro capitano, l'ex blaugrana Xavi Hernandez, ha definito "vergognosa" la sentenza della Corte spagnola in una Instagram Story, con tanto di hashtag #llibertatpresospolitics posto in evidenza al di sotto del testo.
Particolare è stata invece l'avventura di Ivan Rakitic (FOTO in copertina, ndr) che, rientrato oggi in Spagna dopo la sosta-nazionali, si è ritrovato bloccato in aeroporto a causa della manifestazione dei separatisti. Né taxi né bus, per tornare a casa il croato si è dovuto arrangiare con l'unico mezzo di trasporto rimastogli a disposizione: le sue stesse gambe, un passo dopo l'altro.