“Scusate la risata, ho un disturbo”, avvertono i biglietti che il super-cattivo Joker consegna agli sconosciuti quando gli scoppia a ridere in faccia. Gareth Bale di disturbi non ne ha, manca anche il biglietto, ma dalle parti del Bernabéu ormai è considerato anche lui un super-cattivo. Tanto che nell'ultimo turno, tornato a calpestarne il prato due anni dopo l’ultima volta, l’hanno sommerso di fischi da ogni settore. E lui? Non si è dimenticato di sorridere, anzi, ha sghignazzato in faccia allo stadio più esigente d’Europa.
Ecco, niente bigliettino, ma perché a Bale piace fare le cose in grande. La ragion per cui se la ridesse, infatti, l’aveva specificata su una bandiera del suo Paese in cui metteva in fila le sue priorità: Galles, Golf, Madrid. In quest’ordine, appunto. E allora, perché preoccuparsi di tanta antipatia se il Real è l’ultimo dei suoi pensieri? Accadeva due anni fa, in mezzo c’è stato un prestito al Tottenham perché “prima se ne va meglio è” (Zidane dixit), e oggi il rapporto non è migliorato. Eufemismo, parlavano da soli i fischi di sabato.
La stampa contro
La relazione si è incrinata parecchio negli ultimi tempi. Il clima di astio l’ha catturato (e a suo modo alimentato) un recente editoriale molto aggressivo di Marca, intitolato “Il parassita gallese”. Bale viene dipinto come un insetto che “succhia il sangue … o meglio, gli euro del club. E a differenza di pidocchi, pulci o cimici, il parasitum Bale non arreca pruriti o malattie, ma … risponde con risate e prese in giro, mostrando un disprezzo giocoso … Una specie di cerimonia umiliante — conclude il giornalista — che per fortuna ha una fine, come tutte le disgrazie”.
Questo è l’ambiente in cui vive Bale da tre anni a questa parte, additato come nemico con tanta cattiveria da fare tutto il giro e arrivare a causare compassione. Giustamente, anche. L’ha spiegato lui stesso: “Fortunatamente io ci ho fatto il callo, ma questo trattamento dei media potrebbe portare un atleta già stressato oltre il limite” per colpa delle “aspettative irrealistiche che vengono proiettate su di lui”.
— Gareth Bale (@GarethBale11) March 25, 2022
“I fischi sono comprensibili”
È vero, d’altro canto, che anche lui ha fatto di tutto per diventare il primo super-cattivo che veste di bianco. Strafottente, provocatorio, si dice poco professionale, tutto questo essendo il giocatore più pagato della Liga e il terzo al mondo (34 milioni lordi). Persino Ancelotti, che ultimamente sembra volerlo riabilitare, ha concesso che “i fischi sono comprensibili”. “Ma adesso sta facendo bene”, ha aggiunto, tendendogli una mano come nessuno aveva fatto negli ultimi tempi.
Il motivo è sempre quello del suo personale bigliettino: Galles, Golf, Madrid. Perché Bale è perennemente infortunato in Spagna — ufficiosamente, il club ha smesso di emettere comunicati in merito — ma non manca mai ad una convocazione del Galles. Ultima compresa, con due gol in una partita. O la precedente, una vittoria con assist. O quella prima ancora, con una tripletta decisiva. E quanti gol ha segnato, mettiamo, dal 2020 ad oggi con il Real Madrid? Due. E fra un infortunio e un altro, via in aereo a giocare a golf. “È un hobby come un altro, che male c’è?”. Spiegalo alla stampa spagnola.
Per il momento i minuti in stagione sono appena 290 (7 dimenticabili presenze), ma a Madrid c’è chi preferisce contare il tempo che manca alla fine del contratto. Probabilmente anche lui. Arrivato da stella, la più cara del mondo, che al Madrid ha portato 17 titoli da protagonista e membro della leggendaria BBC, se ne andrà a fine anno nel rumore dei fischi. “O cambi squadra da eroe o resti abbastanza a lungo da diventare il cattivo”, parafrasando Batman. Qualcosa fa pensare che Bale sappia di chi parliamo.