Gareth Bale ha detto basta. Ha solo 33 anni, ma l'avventura nel calcio è già finita: è il momento di guardare oltre, pensare ad altro. E dire che solo poco più di 4 anni fa saliva per la terza volta consecutiva sul tetto d'Europa segnando uno dei gol più belli della storia della Champions League.
La sua carriera ad alti livelli si era interrotta quest'estate con il trasferimento a Los Angeles, anche se il vero Bale mancava da un po'. Tanti, troppi infortuni nelle ultime stagioni, oltre a un rapporto complicato con il Real Madrid dove ha vissuto quasi da separato in casa nell'ultima stagione.
Quel che è certo, però, è che Bale a suo modo ha fatto parte della storia del calcio. E l'ha anche scritta per diverso tempo, sul campo e fuori. Sì, perché il gallese è stato l'apripista del calciomercato come lo conosciamo oggi: il primo vero acquisto da 100 milioni di euro nell'estate del 2013. Un'investimento che fece scalpore, un'etichetta pesante per tanti. Non per lui.
La tripletta all'Inter e il passaggio al Real
E pensare che Gareth era partito dalla difesa. Terzino sinistro, per la precisione. Potente, veloce, tecnico: gli elementi per emergere c'erano tutti. A 20 anni era una giovane promessa, a 21 era già considerato uno dei più grandi talenti al mondo. E non può essere altrimenti se ti presenti con una tripletta a San Siro contro i campioni d'Europa in carica.
Inter-Tottenham, 20 ottobre 2010. Una data segnata in maniera indelebile nella memoria dei tifosi nerazzurri, che hanno temuto di pareggiare clamorosamente una partita fin lì dominata e controllata sul 4-0. Bastano 3 accelerazioni di Bale a punire Julio Cesar: finirà comunque 4-3 per l'Inter, ma la stella più luminosa in campo veste la maglia del Tottenham.
A Londra capiscono in fretta le sue potenzialità: presto, da terzino si troverà esterno sinistro con libertà di attaccare. Il risultato? 39 gol nelle due stagioni successive. Abbastanza da meritarsi l'interesse del Real, che nel 2013 si presenta con 100 milioni alla porta degli Spurs.
Il gol in Copa del Rey e la rovesciata in finale di Champions
Il primo vero momento memorabile a Madrid arriva nel 2014 in Copa del Rey contro l'avversario di sempre: è ancora Barcellona-Real. Senza Ronaldo, la sfida più attesa è Neymar contro Bale. Che, nell'occasione, stravince il confronto e regala la coppa ai Blancos con un gol che rimarrà nella storia.
Da centrocampo, il gallese lancia la propria corsa calciando il pallone oltre Marc Bartra, in netto vantaggio: Bale, costretto ad allargare la traiettoria di corsa dal difensore, riuscirà a recuperarlo e superarlo, entrando poi in area per segnare il gol del definitivo 2-1. Nello stesso anno, segna anche il gol del vantaggio nella finale di Champions contro l'Atletico, portata ai supplementari da un gol di Sergio Ramos e vinta poi 4-1.
Il gol più bello, però, arriva qualche anno dopo: Real Madrid-Liverpool, finale di Champions League 2018. Lo segna in rovesciata dal limite dell'area: è il terzo gol dei Blancos, è la terza Champions consecutiva. La quarta di cinque che conquisterà a Madrid.
L'esultanza polemica e l'ultimo trofeo a Los Angeles
La storia tra Bale e il Real non finisce benissimo: tra infortuni e polemiche, il gallese viene messo sempre più ai margini del progetto dei Blancos, decisi a guardare oltre. Qualcuno sostiene che il calcio non sia più la sua priorità mentre resta a Madrid da separato in casa. "Pensa più al golf che al Real" attaccano i media.
La risposta polemica non si fa attendere. Esultando per la qualificazione a Euro 2020 con la sua nazionale, Bale prenderà una bandiera con scritto "Golf, Galles e Real. In questo ordine", ovvero le sue priorità: i Blancos sono all'ultimo posto. E ci resteranno fino alla fine del contratto.
Il ritorno a Londra con la maglia del Tottenham dura poco, solo un anno. Poi, l'addio al Real a maggio 2022. Tempo di cambiare aria e trasferirsi in MLS con la maglia del Los Angeles FC. Dove scrive l'ultimo capitolo della sua carriera, vincendo la finale dei playoff ai rigori. Il gol del definitivo 3-3 arriva al 129º minuto e porta la sua firma. Quella di Gareth Bale, il primo mister 100 milioni della storia del calcio.