"Faccio tantissimi auguri all'uomo Roberto, non al calciatore". Cognome: Baggio. Anni: 52 oggi. Buon compleanno Roby! Il mittente del messaggio è Fabio Petruzzi, ex compagno ai tempi del Brescia: "Sei invecchiato eh! E te li porti anche male...". Se la ride l'ex difensore e oggi allenatore. Lo prende in giro, da amico vero.
Perché sa che oltre a quel destro telecomandato c'è di più: "E' un ragazzo semplice amato da tantissime persone in tutto il mondo - racconta Petruzzi a gianlucadimarzio.com - ma nello spogliatoio non ha mai fatto pesare la sua grandezza. Era sempre pronto per qualche battuta o a dare consigli". Difetti? Sì, uno: "Diceva un sacco di cavolate! Cose che se le avesse dette qualcun'altro nessuno avrebbe riso".
Arrivarono a Brescia nel 2000, Petruzzi a luglio e Baggio a settembre: "C'era un precedente tra noi. Inter-Roma, lui si butta a terra a 10' dalla fine e l'arbitro mi espelle convinto che l'abbia toccato. L'avevano visto tutti in mille replay che non c'era stato il contatto, ma Roby, arrivato a Brescia, continuava a negare di essersi tuffato. Ci scherzammo su".
Sempre pacato Baggio, difficile farlo arrabbiare. E' successo una sola volta: "Ci fu una contestazione dei tifosi che se la presero anche con lui. Ma fu l'unico episodio". Leader silenzioso: "Questione di carattere, non ha mai alzato la voce".
"L'ESULTANZA CON LA CULLA E LE PUNIZIONI CON GUARDIOLA"
Simbolo di una squadra fatta soprattutto da ragazzini: "I più esperti eravamo io, Galli, Calori e Hubner. La maggior parte dei compagni Roberto l'aveva visto solo in figurina". Dal Baggio versione tascabile, a quello in carne ed ossa: "Nello spogliatoio si parlava di un suo possibile arrivo, ma ci credevamo poco".
Tutto vero invece. In quattro anni a Brescia ha totalizzato 101 presenze e 46 gol. Uno, indimeticabile: "Quello contro la Juve. Lancio lungo di Pirlo, lui stoppa il pallone saltando Van Der Sar in uscita e segna". Anche se a Petruzzi qualche dubbio è rimasto: "Secondo me non era voluto, gliel'ho detto tante volte anche a lui". E giù un'altra risata.
In campo però niente scherzi: "Due dei quattro gol che ho fatto con il Brescia sono stati su assist di Roby. Il primo in Serie A contro la Reggina e l'altro nel 3-0 all'Atalanta il giorno dopo la nascita del mio ultimo figlio". Ecco perché quell'esultanza: "Sono corso ad abbracciarlo e insieme facemmo il gesto della culla. E' stata un'idea più sua che mia, ho ancora la foto conservata a casa".
Un fenomeno da stare lì a guardarlo ore e ore: "Era bellissimo quando a fine allenamento lui e Guardiola si fermavano a battere le punizioni". E ogni tanto rimanevano a calciare anche i gemelli Filippini: "Ma noi li mandavamo subito a farsi la doccia che era meglio".
L'INTERTOTO CONTRO RONALDINHO, LA GRAPPA E IL (NON) ALLENAMENTO"
Quattro stagioni insieme, mille ricordi: "Sono stati anni splendidi, abbiamo fatto la storia del Brescia. Siamo arrivati in finale di Intertoto contro il Psg di Ronaldinho, abbiamo raggiunto un ottavo posto in Serie A e conquistato la salvezza in un'annata nera tra la scomparsa di Mero, l'infortunio di Roby, la squalifica di Guardiola e un problema per Bachini".
Buddhista praticante Baggio, la maggior parte del tempo libero lo passava a pregare: "Quando arrivavo davanti alla sua stanza sentivo sempre dei versi strani".
Ah: "Lui era l'unico ad avere la singola". Chiaramente. Mazzone se lo coccolava e lo lasciava libero in tutto e per tutto: "Avevano un bel rapporto di stima e affetto reciproco. Carletto mi disse di essere rimasto colpito dal tipo di persona". E infatti: "Quando noi iniziavamo l'allenamento, Roberto si metteva seduto e iniziava a parlare con il suo preparatore personale Miguel. Noi lo prendevamo in giro 'Vuoi un piatto di spaghetti?' gli dicevo sempre".
Magari no, ma un bel grappino volentieri: "Lo prendeva sempre quando facevamo l'aperitivo di squadra". Petruzzi da buon romano andava sul classico: "Cappuccino e cornetto".
Oggi il rapporto non è più come una volta. Vite diverse e città lontane. Petruzzi ha appena finito l'esperienza da allenatore della Virtus Olimpia in Promozione e aspetta una nuova panchina per la prossima stagione, Baggio vive lontano dai riflettori. Profilo basso, come sempre. Oggi come ieri, anche a 52 anni. Ricordi di chi l'ha vissuto da vicino, emozioni di chi ama il calcio e i suoi campioni. E allora, tanti augury Roby!