Atletico, alla scoperta del Metropolitano: tra sacro e profano
A pochi passi dall’ingresso principale del Wanda Metropolitano spicca il simbolo della città di Madrid che è esattamente lo stesso dell’Atletico: l’orso ed il corbezzolo.
A Madrid esistono due esemplari: una statua (in bronzo, pesa circa 20 tonnellate!) si trova in Puerta del Sol nel bel mezzo del centro cittadino, l’altra è proprio questa fuori dallo stadio. L’orso ed il corbezzolo, ovvero? Andiamo nello specifico e collochiamo il tutto anche dal punto di vista storico.
L’animale, diffusissimo nei boschi che circondavano Madrid nel lontano XIII secolo, si appoggia al madroño, cioè il corbezzolo, alle cui bacche la popolazione madrilena fece ricorso per curarsi dalle febbri malariche che nel Cinquecento colpirono la città.
Tra chi vi guarì vi fu l’imperatore Carlo V che fece apporre in ricordo di ciò la corona a cinque punte sullo stemma. Ma le spiegazioni (e le leggende si susseguono). C’è anche chi dice che quello non sia un orso ma un’orsa che mangia i frutti dell’albero. Avanti un’altra versione. Quando nel 1083 Alfonso VI ricevette in dono Mayrit dagli arabi, le forze cristiane auspicarono che Madrid fosse la prima di una lunga serie di conquiste. L’esercito cristiano proveniva da nord e l’emisfero settentrionale della volta celeste è occupato dalla costellazione dell’Orsa Minore formata da sette stelle. Ecco che l’Orsa e le stelle divennero l’emblema della città.
Dallo stemma alle ‘targhe’ in onore dei giocatori che hanno reso grande questo club: nel lato che dà sulla città e sulle tre torri di Madrid, ecco il Walk of fame dell’Atletico Madrid.
Tanti campioni, più e meno recenti, più o meno decisivi: Aguero, Forlan, Ujfalusi, Godin, Griezmann. Ma anche Courtois, la cui targa, recentemente, è stata letteralmente rovinata con topi morti di peluche, lattine di birra, spicchi d’aglio e una croce rossa a cancellare lo stemma dell’Atletico.