Eravamo rimasti con il poker di Ilicic a Valencia. Con quel pallone di Champions poi donato all'Ospedale Giovanni XXIII. Con una maglietta bianca e una dedica: "Bergamo è per te. Mòla mìa". Dialetto diventato lingua di tutti.
Eravamo rimasti anche con quell''Andrà tutto bene. Restate a casa' scritto su un altro sfondo bianco, quello del foglio di Caputo dopo il gol a Reggio Emilia contro il Brescia.
Oggi Ilicic non c'era, Caputo sì. E l'Atalanta ha ripreso da dove aveva lasciato, con 4 gol e una vittoria. Dopo 90 minuti ma soprattutto dopo 3 mesi. Il calcio è tornato a Bergamo sulle note di 'Rinascerò, rinascerai', dopo un fischio che ha anticipato un silenzio lungo un minuto. Lunghissimo.
Anche se il calcio in Italia (quello di Coppa e quello dei campionati) era già ripartito, la serata di Bergamo portava con sè tutto quello che la città ha vissuto per colpa di un virus che ha cambiato il mondo.
L'Atalanta è Bergamo e stasera ha vinto. Riprendendo da dove aveva lasciato ma senza dimenticare. Ritrovando il calcio dopo l'inevitabile commozione iniziale.
Dopo 26 giornate di campionato la Dea è a quota 74 gol in Serie A e nelle ultime due stagione ha sempre segnato almeno 3 reti nell'arco dello stesso numero di gare giocate, almeno 5 più di ogni altra squadra italiana. Quattro gol oggi, distante una sola rete dal record di goleade della storia del nostro campionato.
Ma non è finita qui. C'è tempo per conquistarne un altro. Altri due mesi, partite ravvicinate. Il pallone rotola di nuovo e l'Atalanta non molla niente, come la sua Bergamo che è rimasta comunque la casa di tutti i giocatori anche nei mesi più bui. "Nessuno ha lasciato la città, sono rimasti tutti a qui a dimostrazione del grande attaccamento che c'è da parte di tutti". L'Atalanta è Bergamo.
"Quello che facciamo è per la nostra città. Tutti sappiamo che ha sofferto tantissimo. Tutti noi, club, città e tifosi ci rialzeremo" ha detto Zapata a fine gara. Perché, almeno su questo, dal 10 marzo al 21 giugno non è cambiato niente. Perché Bergamo 'mòla mìa'.