Una telefonata capace di cambiargli la vita: "Gennaio 2017, ero a letto, mi squillò il telefono. Era il mio procuratore: 'Domani andiamo a firmare a Bergamo, da luglio sei dell’Atalanta'. Dopo sei mesi con l'Under 17 del Cesena, prima del definitivo passaggio al club nerazzurro, Marco Carnesecchi ha avuto modo di incrementare la propria crescita con una splendida cavalcata, culminata con la convocazione (sotto età) con la Nazionale Under 19 azzurra a Milanello: il portiere della Primavera dell'Atalanta, intervistato da "La Gazzetta dello Sport", ha parlato così del proprio trasferimento a Bergamo e della propria esperienza, partendo dall'impatto ambientale: "Sono nato a Rimini. Affacciarmi la mattina e non vedere il mare, all’iniziò non è stato facile. La mattina veniva mia madre in camera, poi mi sono abituato ad alzarmi con la sveglia. E poi i momenti in famiglia, quelli con la morosa. Ma è da quando sono bambino che sogno di fare il calciatore, e all’Atalanta tutto è organizzato in maniera straordinaria. Non mi fanno mancare niente".
E l'organizzazione in casa Atalanta non è certo delle peggiori...: "Non sento assolutamente di avercela fatta. La strada è ancora lunghissima e c’è da migliorare. Ma quello che sto vivendo è meraviglioso. L’Atalanta, Milanello, la Nazionale con i più grandi. Il premio come miglior portiere del campionato Primavera? Sono strafelice, è un premio al mio lavoro e a quello del mio preparatore (Giorgio Frezzolini, ndr), ai miei sacrifici e a quelli della mia famiglia. La convocazione con i più grandi è stata una sorpresa. Ero pronto a partire con l’Under 18 per i Giochi del Mediterraneo, invece eccomi qui con l’Under 19, a giocarmi un posto per l’Europeo".
Un grande traguardo giunto al termine di una stagione lunga e stancante: "Mi sento fisicamente bene, mentalmente distrutto, per come è finita la stagione con l’Atalanta, senza vincere trofei. Ma il calcio è anche questo. Ho iniziato a fare il portiere per caso, perché un giorno mancava il portiere nella mia squadra, il Bellariva. Ero bambino, facevo il centrocampista, mi misero in porta, e da lì non sono più uscito. Mi ispiro a Gigi Buffon. Sono cresciuto con il suo mito e le sue parate. Fuori dal campo? Tornerò a Rimini, dove sono già stato tre giorni. Stacco, ma non troppo, anche perché a luglio c’è un altro ritiro con l’Under 19, e poi spero l’Europeo. Sono un ragazzo semplice, che studia in un istituto tecnico economico a Bergamo e vive alla Casa del Giovane, con gli altri ragazzi delle giovanili. Mi piace passare il tempo con gli amici, con la mia fidanzata e, appena posso, con la famiglia. Ho sempre messo gli amici e la morosa prima di me. In famiglia, invece, siamo unitissimi: i miei genitori e mia sorella mi stanno sempre vicino, ma ora sono io a dover star vicino a loro, perché abbiamo da poco subito un lutto".
Conclusione dedicata agli hobby, con un complimento a Gasperini compreso: "Mi piace giocare a footvolley, beach volley e beach tennis, dove ho anche vinto un campionato italiano. Tutti sport da spiaggia, ovviamente. Pensiero alla Serie A? Ancora no, ho 17 anni, nessuno mi corre dietro. Ho fatto qualche allenamento con Gasperini, l’ho vissuto come un premio: è una grandissima persona e un grande allenatore, in un ambiente perfetto per crescere".