Pensi ad Aquilani e ti chiedi se abbia davvero ottenuto quel che poteva nella sua carriera. Tra mille infortuni e contrattempi che ne hanno ostacolato sempre il decollo assoluto. Poi riguardi le statistiche e vedi che ha giocato quasi 300 partite in A (25 l'anno scorso tra Pescara e Sassuolo), collezionando ricordi tra Premier e Portogallo, più una sessantina di gettoni nelle Coppe (tra Champions e Uefa). A 33 anni. E 38 maglie azzurre nel cassetto. Poi lo guardi allenarsi come un ragazzino da 40 giorni, ogni mattina, e pensi che sia lui a voler combattere il passato per regalarsi ancora un futuro da protagonista. "Sto benissimo, giuro. Vuoi venire a correre a Sabaudia con me?", no grazie meglio di no. Meglio capire perché Alberto Aquilani non è con altri compagni a preparare una stagione in campo. "Perché ho fatto delle scelte, voglio avere ancora la possibilità di giocare per ambizioni importanti. Voglio essere pronto per una grande sfida. Altrimenti avrei accettato altre soluzioni, che rispetto eh ma preferisco attendere quella giusta". Messaggio forte e chiaro. Dopo il divorzio con il Pescara e varie offerte arrivate al suo agente Edoardo Crnjar sia dall'Italia che dall'estero. Soprattutto dalla Liga. "Ormai sono un giramondo, valuterò tutto e poi deciderò dove rimettermi in discussione. Fermo restando che l'anno scorso ho chiuso bene con un girone di ritorno a Sassuolo dove ho cercato di mettere a disposizione di un bellissimo gruppo la mia esperienza. Non vengo da un anno di inattività, anzi!". Altro messaggio spedito a chi pensa che Aquilani sia sul viale del tramonto. Tra i viali corre invece, ogni mattina all'alba. Per dimostrare che a 33 anni appena compiuti, e nonostante un curriculum da invidia, ci si possa ancora sentire come una volta. Forse, addirittura meglio.
Data: 08/08/2017 -