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Data: 18/07/2021 -

Antognoni: "Commisso non mi ha neanche contattato. Meritavo più rispetto"

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Lo sfogo di Antognoni a La Gazzetta dello Sport: "Non sono io il responsabile dei due anni disastrosi della gestione Commisso. Sono deluso, meritavo più rispetto"
Lo sfogo di Antognoni a La Gazzetta dello Sport: "Non sono io il responsabile dei due anni disastrosi della gestione Commisso. Sono deluso, meritavo più rispetto"

Dopo il divorzio con la Fiorentina, Giancarlo Antognoni si è sfogato rilasciando i suoi primi commenti in un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

 

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Antognoni: "Commisso se ne è lavato le mani. Meritavo più rispetto"

 

Queste il suo parole: "Credevo che Commisso mi avrebbe contattato per spiegarmi il motivo della separazione. Invece nulla: se ne è lavato le mani anche se Barone mi ha detto che aveva deciso lui. Non pensate che avrei meritato un po' di rispetto? Commisso ha sbagliato a non avere fiducia in me. A lui piace dire che si è fatto dal nulla: anche io sono andato via di casa a 15 anni. E si ricordi che io nella mia professione sono arrivato sul tetto del mondo". 

 

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"Si lamentò di Chiesa, ora ha fatto lo stesso con me"

 

Antognoni ha poi proseguito: "Quando Chiesa andò alla Juventus, Commisso disse che era rimasto profondamente deluso per il fatto che Federico non andò a salutarlo (QUI le parole): ora però ha fatto lo stesso grave errore con me". Poi, prosegue sulle ragioni del divorzio: "Al primo approccio con Barone avevo capito che ci fosse qualcosa di strano. Mi disse che avrei dovuto cambiare ruolo e fare lo scout dei giovani, ma sapevo che fosse una proposta inesistente: Burdisso qualche giorno fa aveva detto che lui si voleva occupare della ricerca dei giovani talenti. Quindi quale sarebbe stato il mio ruolo?". 

 

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"Non ho mai avuto voce in capitolo"

Antongnoni ha poi spiegato il suo biennio alla Fiorentina con Commisso: "Non sono il responsabile dei primi due anni disastrosi della gestione Commisso. Anche perché non ho praticamente mai avuto voce in capitolo: le scelte le hanno fatte Barone e Pradè. L'unico mio intervento sugli ultimi giocatori è stato per Martinez Quarta, per cui mi ero confrontato con il mio amico Passarella. Peraltro, accompagnai Pradè al suo primo approccio con Commisso: bel riconoscimento. Sono molto deluso anche da lui".

 

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Infine, un ultimo messaggio su Commisso: "Quando arrivò a Firenze lo portai al Museo del calcio e ci emozionammo a guardare le immagini della mia Italia campione del mondo. Io gli ho aperto le porte del mondo e lui mi ha ripagato nel modo peggiore".

L'INTERVISTA INTEGRALE NELL'EDIZIONE ODIERNA DE LA GAZZETTA DELLO SPORT



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