Mai così avanti nella propria storia in Champions, mai così forti e intensi nel corso della stagione come agli ottavi di finale con il Tottenham e ai quarti con l'Atlético. Il Lipsia corre al passo col pensiero di Nagelsmann, l’allenatore più giovane di questa Champions League, quello ideale per valorizzare i tanti talenti che escono dalla fucina di casa Red Bull.
Forte, giovane e internazionale il suo Lipsia, tanto che a gennaio è andato sul mercato a fare spesa anche tra gli spagnoli. Dei colpi di gennaio ci si aspettava un grande impatto di Dani Olmo e invece è arrivato quello di Angeliño, il terzino arrivato dal City.
La storia di Angeliño
Galiziano, ma cittadino del mondo: a 23 anni ha già giocato in cinque Paesi differenti, tra cui anche gli Stati Uniti. Terzino da sempre, ma da sempre anche decisivo in zona gol: quando giocava alla Luis Calvo Sanz, la squadra del suo piccolo paesino nella provincia di La Coruña, partiva sempre da dietro ma segnava più di tutti. Colpa o merito di un accordo segreto tra suo nonno e l’allenatore: il primo gli prometteva un euro per ogni gol segnato, il secondo invece, per fargli imparare a passare il pallone, gliene dava 2 per ogni assist.
Anche per questo ha imparato il valore del servire il compagno, qualità che si è trascinato appresso in tutta la carriera, fino ad arrivare a mettere palle incantate solo da spingere in porta. Contro il Tottenham i cross vincenti sono stati due, anche se solo uno è stato convalidato.
Ma il piede è di quelli importanti, un mancino in grado di mettere in porta chiunque in ogni momento della situazione. È arrivato da pochissimo ma è già parte integrante dei piani di Nagelsmann: nessun problema d’adattamento per lui, che a viaggi e nuove realtà ci è abituato da tutta la vita.
Aveva addosso gli occhi di Barcellona e Real Madrid, ma scelse il Manchester City perché voleva imparare l’inglese, anche a costo di accettare di partire una stagione per giocare nella filiale di New York. Tutto facile per un ragazzo che è cresciuto parlando sia lo spagnolo che il gallego, prima di dover conoscere l’inglese e anche l’olandese.
In giro per il mondo ha cercato minuti per convincere il Manchester City a puntare su di lui anche per la prima squadra: non è stato facile, tanto che anche in questo gennaio ha dovuto ricominciare da capo. Il Lipsia ha scoperto in poco tempo Angeliño, il terzino dal piede incantato e dai mille nomi: lo hanno chiamato in tutti i modi da ragazzo, da El Potro per la sua velocità, a Sampa per la somiglianza con l’ex CT dell’Argentina Sampaoli. Ma lui alla fine è rimasto sempre Angeliño, il piccolo Ángel, che poi sarebbe il suo vero nome. Come quando nella sua Coristanco i compagni di squadra lo prendevano in giro per la sua statura, prima di rimanere zittiti quando lo vedevano segnare gol e assist che valevano appena 1 o 2 euro.
Oggi quelle perle valgono molto di più, la qualificazione alla semifinale di Champions per il Lipsia dei giovani, la meravigliosa creatura di Julian Nagelsmann.