La rivincita di Almiròn: dagli insulti di Grealish ai gol che trascinano il Newcastle
Almirón sta trascinando il Newcastle in Europa: l’orgoglio paraguayano e la reazione dopo gli insulti di Grealish
Sicuramente i soldi del fondo PIF hanno aiutato. Ora il Newcastle ha una potenza economica che non aveva mai avuto. Ma senza un cuore questa squadra non sarebbe andata lontano. E quel cuore l’ha portato Miguel Almirón, uno di quelli arrivati molto prima degli arabi. Sembrava il solito sudamericano in Inghilterra, inadeguato e fuori dagli schemi. Poi la svolta: quando si colpisce nell’orgoglio un paraguayano, il più delle volte va a finire male.
Rischiatutto Grealish
7 gol nelle prime 13 partite di campionato. Sta trascinando il Newcastle in zona Europa. E la scintilla è scattata sul finale della scorsa stagione. Tutto per colpa/merito di Jack Grealish. All’inglese durante i festeggiamenti per la vittoria del campionato con il Manchester City gli era stato chiesto quale fosse stato il segreto per vincere. La sua risposta? “Togliere Mahrez dal campo. Stava giocando come Almirón“. Dopo un brutto periodo, la freccia definitiva nel cuore del trequartista era stata scagliata.
La fiducia di Benitez e la crescita con Gerardo Martino
Ma andiamo per gradi. Almirón arriva in Inghilterra su fortissimo volere di Rafa Benitez. Il paraguayano stava crescendo stagione dopo stagione. Dopo le giovanili in patria, passa al Lanùs in Argentina. Poi l’apprendistato pre Europa un po’ insolito negli Stati Uniti con l’Atlanta United. Gerardo Martino, allenatore della squadra, ex Barcellona e Argentina e uno degli allievi di Bielsa, lo mette al centro del progetto. Mai scelta fu più azzeccata. Miguel trascina l’Atlanta con l’ex Torino Josef Martinez e vince il primo titolo nella storia del club. Inevitabile la cessione qualche mese dopo: 21 milioni di sterline pagate dal Newcastle, la cessione più onerosa di sempre per una squadra della MLS.
La pressione per la cifra è tanta e, come se non bastasse, dopo dieci partite Benitez viene esonerato. Più spaesato di così non poteva essere. Arriva Steve Bruce che sembra abbia un’avversione per i giocatori creativi. E infatti Almirón perde il suo spirito. Diventa addrittura lo zimbello della Premier League. Viene preso come metro di paragone per una brutta partita. Prima dai tifosi, poi persino da Grealish.
L’orgoglio paraguayano
L’abbiamo detto all’inizio: mai colpire nell’orgoglio un paraguayano. Nel panorama immenso del Sudamerica, il Paraguay appare come un appezzamento di terra tra i giganti Brasile e Argentina. Hanno cacciato gli spagnoli, lottato contro Argentina e Bolivia per quella loro strisciolina e hanno rovesciato una dittatura: cose che con il calcio c’entrano poco, ma con la formazione del loro carattere tantissimo. Non sono i soliti sudamericani fumantini a caso, essere paraguayani significa essere bistrattati a prescindere. Perciò l’orgoglio cresce ad ogni parola contro di loro. Come una macchinina a carica che all’ultima girata parte.
Ed ecco Almirón. Finalmente quella macchinina è partita. Grealish ha dato l’ultima girata. Ora il paraguayano sogna, mentre l’inglese si accontenta di un posto in disparte. Con Eddie Howe la rinascita. Miggy segna da tre partite consecutive dopo quel gol proprio contro i Citizens: decisivo contro l’Everton, dove va a esultare con la bandiera del Paraguay, e contro il Tottenham. Poi un gol meraviglioso contro l’Aston Villa. Ora “ha giocato come Almirón” è diventato un complimento.