Di loro potrebbe restare poco o nulla, negli anni a venire, se non arrivassero a vincere il titolo. Oggi, però, è giusto crederci un po’ di più. E ricordare che l’etimologia più accreditata di “Nizza” fa discendere il nome da Nike, la dea ellenica della vittoria. E che impresa sarebbe, nella lega di un Paris Saint-Germain egemonizzante, sempre campione nelle ultime stagioni. Intanto il presente parla chiaro e dice di un Nizza che si permette di guardare tutti dall’alto, con sei punti di vantaggio sulle rivali. Squadra nuova rispetto a quella che l’anno scorso ha centrato il quarto posto in campionato, e soprattutto giovane. In panchina, un Lucien Favre ambizioso e decisamente preparato, che ha appena compiuto 59 anni: tanti auguri.
Il fiore all’occhiello dei rossoneri made in France è un ritrovato Mario Balotelli. Niente più acuti comportamentali, niente più fronzoli. Solo fatti, e gol. Super in campo, Mario, diventato punto di riferimento di un gruppo che non ha ancora smesso di scoprire le proprie potenzialità. Che non si vuole porre limiti.
Saracinesca: Yoan Cardinale. Portiere dal fisico non convenzionale, per usare tutta la delicatezza del caso. Calcisticamente è cresciuto nel vivaio, ma di sbocchi o possibili exploit non sembrava esserci nemmeno l'ombra. Tanto per dire: nella scorsa stagione Yoan faceva il terzo, dietro Pouplin e Hassen. Poi succede che i due sono contemporaneamente indisponibili e da quando Cardinale è diventato il portiere titolare del Nizza non ha più perso il posto.
Capitano: Paul Baysse. Nel 2013, il difensore si rompe i legamenti ad entrambe le ginocchia: il sinistro a gennaio, il destro ad agosto. Il Saint-Etienne quindi lo cede ai rossoneri, dove riprende in mano sia la vita che la carriera.
Leader difensivo: Dante. Espertissimo. Favre già lo conosceva per averci lavorato insieme al Borussia Moenchengladbach. Lo ha convinto ad accettare il progetto Nizza consegnandogli le chiavi della difesa in mano. A chi se non lui? Giocatore protagonista del triplete del Bayern Monaco nel 2013. E’ anche l’unico elemento della formazione generalmente titolare a superare i trent’anni (33). Tra i compiti del brasiliano, c’è anche quello di fare da guida a Malang Sarr, giovanissimo difensore classe 1999 che non porta il nome dietro la maglia in quanto non può ancora sottoscrivere un contratto da professionista. La promessa del gruppo. E che come Cardinale è stato lanciato per necessità, visti gli infortuni dei compagni di reparto; da allora, una certezza.
L'infaticabile: Ricardo Pereira. Al Nizza già l’anno scorso, che parla il francese come un madrelingua e di Balotelli disse: “Siamo qui per farlo rendere al meglio delle sue possibilità”.
Beata gioventù, a centrocampo. Jean Seri, il “veterano”, ha 25 anni. E’ soprannominato “piccolo elefante”, per le sue origini ivoriane e l’altezza modesta. Il Nizza l’ha blindato lo scorso febbraio, acquistandolo dal Paços de Ferreira, dove al termine della stagione è stato nominato il miglior giocatore del club. Remi Walter (21 anni) ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili con la Francia ed era corteggiato da mezza Ligue 1 ma poi ha scelto il Nizza, dal Nancy: che intuito. Infine, Wylan Cyprien. Quando Dante lo vide giocare in una delle prime uscite di campionato, non credeva seriamente che avesse 21 anni per l’esperienza che mostrava in campo. L’anno scorso, infatti, era già capitano del Lens. In Francia lo hanno soprannominato “pepita nizzarda”, anche perché chi lo vuole portare via da Nizza dovrà sborsare oltre 30 milioni, soldi della clausola.
Passiamo ai partners in crime di Balotelli. Younes Belhanda non ha bisogno di troppe presentazioni. Già campione di Francia, ha partecipato a tutte le competizioni europee con le maglie di Montpellier, Dinamo Kiev, Schalke 04. Eppure, quando gli hanno chiesto dove avrebbe voluto giocare, una volta arrivato in Costa Azzurra, lui ha risposto: “Decide Favre, magari mi mette in panchina”. Difficile crederci. Ultimo ma non meno importante, Alassane Pléa, che parla poco ma segna tanto. Da riserva di Super Mario s’è guadagnato il posto da titolare a suon di reti (sono già sette in campionato, con una tripletta) e ha convinto Favre a sperimentare un nuovo modulo, col tridente. Perché Mario va messo. Questo Mario.
Favola, possibile realtà, nuovo Leicester? La Costa Azzurra non si fa troppe domande e sogna. Sogna un Nizza campione.