Dal nulla alla C, al Piola la prima gioia: Bellucci, Cais e Colla raccontano l’Albissola
Otto anni fa non esisteva, in tre anni è passata dalla promozione alla Serie C. Mercoledì al Silvio Piola la prima storica vittoria tra i professionisti, nuova pagina di una vera e propria ‘favola’: quella dell’Albissola, tra promozioni, premonizioni, nomi ’sbagliati’ e sogni da inseguire.
Tre anni fa nessuno ci avrebbe creduto: “Vi porto in Serie C e lo faccio in quattro anni”. È il 2015, di anni ne sono passati soltanto tre, ma quella promessa dal sapore quasi impossibile è già diventata realtà: “Avevo detto alla squadra che avrei portato l’Albissola tra i professionisti, era programmato, magari non così presto: contavamo di fare un anno in più in Serie D, anche per organizzarci al salto nei professionisti che è micidiale, ma alla fine eccoci qui con un anno di anticipo sulla tabella di marcia”. A raccontare a gianlucadimarzio.com sogni (e programmi) di un club di un comune di appena quindicimila abitanti sulla riviera ligure di ponente, il patron Gianpiero Colla. Mercoledì scorso impegnato in un altro appuntamento speciale con la storia, la prima vittoria tra i professionisti nel recupero in casa del Novara: “Appuntamento per il quale abbiamo dovuto aspettare un po’, ma alla fine la vittoria è arrivata”.
GAGLIARDINI, INZAGHI E IL SOGNO RONALDO: CAIS
Uno a zero al fischio finale al Silvio Piola, a decidere il match il gol di Davide Cais: scuola Atalanta, di proprietà della Juventus, sua la firma a dare il via alla festa degli ‘Zueni’ sugli spalti e a far sorridere il nuovo allenatore Claudio Bellucci in panchina. “Grandissimo attaccante, ora un bravissimo allenatore: giovane ma molto preparato, dobbiamo solo lavorare e seguirlo in settimana per essere ripagati alla domenica”. Testa bassa e lavorare, questa la ricetta di Bellucci già imparata a memoria dal protagonista di giornata di casa Albissola: cresciuto calcisticamente assieme a Gagliardini, Conti e Caldara. “Nel Settore Giovanile dell’Atalanta, e Esperienza fantastica e che squadra: siamo arrivati alla finale scudetto, persa purtroppo contro la Lazio di Keità e Cataldi. Due belle squadre, anche noi eravamo forti. – Guardare per credere dove sono arrivati alcuni di quei ragazzini – Se mi aspettavo di vederli un giorno giocare a Milano? Avevano qualcosa in più, sono stati bravi ad inseguire i loro sogni”. Alcuni di quei ragazzini ci racconta Davide li sente ancora. “Con Gaglia, Conti e Caldara siamo rimasti molto amici, ogni tanto ci scriviamo: – tra whatsapp e… speranze per la domenica – Roberto e Mattia li ho al Fantacalcio, Gaglia sabato mi ha regalato due gioie”. Storie di gol, come quello messo a segno mercoledì da Davide “in uno stadio speciale che ha visto la Serie A: un’emozione incredibile”. Per chi come lui vive di palloni che finiscono in rete. “Da Higuain a Cavani, cerco di studiare un pò tutti: quello che da più giovane osservavo di più però era Pippo Inzaghi, che per caratteristiche vedo più vicino a me”. In comune con Pippo, anche la quella maglia a strisce bianche e nere: “con le quali lui ha scritto pagine incredibili, io sono di proprietà della Juventus ma non ci ho mai giocato”. Il sogno, quindi, è quello “di fare un campionato a e per l’Albissola, e poi chissà magari ritrovare ad allenarmi con Cristiano. – Ronaldo – Sarebbe un sogno, come quello di vestire ma maglia della Juve: un sogno al quale penso ogni giorno”. Passato assieme al pallone, agli amici e… “alla mia chitarra, assieme al canto una delle mie passioni: l’X Factor? Penso di averlo” sorride Davide, mercoledì protagonista assoluto del ‘Live’ del suo Albissola.
I CONSIGLI DI ULIVIERI, LA FRASE DI MAZZONE: BELLUCCI ALLENATORE
“È stata una vittoria importantissima, per la società che aspettava da tanto tempo questo momento, ma soprattutto per i ragazzi ai quali chiedo molto e che lavorano davvero tanto”. A raccontarci gioie ed emozioni di una giornata speciale è un altro protagonista di giornata, quel Claudio Bellucci chiamato dal patron Colla per risollevare in classifica l’Albissola. “Ho avuto altre proposte, ma qui c’è un progetto importante e una società seria: abbiamo un gruppo molto giovane, ora dobbiamo solo pensare a lavorare“. Poche parole e tento lavoro sul campo la ricetta di Bellucci, da protagonista in area di rigore a protagonista in panchina. “Com’è Claudio Bellucci allenatore? Mi definiscono un martello, – sorride Claudio – sulle mie idee e sul rispetto delle regole non arretro di un centimetro: e poi la perseveranza, perché conosco una solo una strada che è quella del lavoro, per venire fuori da questa situazione quello dobbiamo fare”. idee chiarissime per l’ex attaccante, che se è arrivato a sedersi in panchina lo deve a “Renzo Ulivieri col quale ci sentiamo spesso: mi dà consigli, poi è il decano degli allenatori e quello che dice va rispettato. Anche se…”. Anche se? “Quando giocavo andavamo spesso allo scontro: siamo due testoni, anche ora abbiamo idee differenti però è sempre bello confrontarci. Cosa mi chiedeva di fare che non mi andava? A fine carriera attaccare la profondità, quando sei un pò più in là con l’età tendi a farti dare la palla nei piedi e inventare qualcosa, ma naturalmente è quello che chiedo ora io ai ragazzi perché attaccare la profondità è fondamentale”. Ulivieri ma non solo. “Mazzarri, Guidolin, Novellino: ho avuto tanti grandi allenatori”. Uno gli ha lasciato un insegnamento principio fondamentale da trasmettere ai suoi ragazzi. “Quello di ‘giocare la partita e non farsi mai giocare dalla partita’: è una frase che mi ripeteva sempre Mazzone e l’ho fatta mia”. Pronta ad essere ripetuta in loop alla squadra, dove quest’anno potrebbe esserci un altro Bellucci: “Per caratteristiche Russo può assomigliarmi, deve fare più gol però glielo dico sempre, perché ancora magari gli piace divertirsi davanti alla porta: – eccolo il ‘martello’ Bellucci – ma ci sono tanti attaccanti bravi in squadra, speriamo che qualcuno riesca anche a fare meglio di quanto ho fatto io”.
PREMONIZIONI, TRASFERIMENTI E UN FUTURO DA SCRIVERE: PATRON COLLA E IL PRESIDENTE FANTINO
Cais (e non solo) in attacco, Claudio Bellucci in panchina: tra i protagonisti della Favola Albissola c’è però inevitabilmente e sopratutto anche chi questo sogno ha lavorato per realizzarlo. Una storia d’amore, quella per il calcio, nata sotto gli ombrelloni delle spiagge di Savona per l’imprenditore astigiano re dell’alluminio (è proprietario della “Mbf Aluminium”) Gianpiero Colla, che per l’Albissola si è anche trasferito a Savona assieme alla moglie e Presidente del Club Claudia Fantino: “Abitavamo a Torino, ora siamo più vicini ai ragazzi che per me sono come figli: io ne ho quattro più altri ventidue, che sono quelli della squadra”. Ragazzi ai quali, “è vero, avevo predetto che li avrei portati tra i professionisti: ci abbiamo messo un po’ meno del previsto, ora dobbiamo lavorare per restarci”. Primo passo, la storica vittoria di mercoledì a Novara: “Attesa un pò troppo, ora però inizia un altro campionato” con Bellucci in panchina. “Claudio l’ho convinto rapidamente, è stata una questione di pelle: noi italiani siamo un po’ particolari, io sono anglosassone di mentalità e di Holding, però resto italiano nell’anima e con Claudio sono bastate davvero quattro parole. È un grande allenatore, un duro, un animale nel senso buono del termine: ha carattere, esperienza, la carriera di Bellucci non la scopro io”. Quella del patron racconta di tre promozioni consecutive negli ultimi tre anni. “Ora l’obiettivo è la salvezza, – assieme ad uno stadio con l’importante progetto dell’impianto a Luceto – il sogno? Non so dove potremo andare, sicuro ci piacerebbe restare il più a lungo possibile tra i professionisti, dove chi lo sa…”. sogni ai quali forse qualcuno oggi potrebbe anche non credere, qualcuno tranne uno. Tra i protagonisti di una vera e propria Favola, quella dell’Albissola.