È uno dei migliori nuovi prospetti del calcio d’oltralpe. Amine Adli, classe 2000, centrocampista offensivo o seconda punta. Il Milan gli ha messo gli occhi addosso, ma è seguito da tanti club in Europa. La sua stagione ancora non è finita: Adli gioca nel Tolosa, che ha terminato la Regular Season al 3° posto in Ligue 2, e quindi dovrà affrontare il Grenoble nella finale di Playoff, e in caso di vittoria la terzultima di Ligue 1 nello spareggio per cercare la promozione. Individualmente, invece, non c’è stata storia: Amine Adli è stato votato il miglior giocatore di Ligue 2. Campionato chiuso.
AMINE ADLI: IL PROFILO
21 anni, 178 cm. Tecnica individuale elevata che compensa un fisico (ancora) non possente. Ha già esordito in Ligue 1 l’anno scorso, con quattro sprazzi di gara sempre nel Tolosa, ma è quest’anno, in Ligue 2, che il giovane Adli ha cambiato marcia. 33 partite, 8 gol, 7 assist. Uomo chiave e già leader: profilo da vincente. È un centrocampista offensivo che può spaziare in ogni zona della trequarti o anche da seconda punta, il ruolo che ha ricoperto per quasi tutta la stagione in corso. Ottimo primo controllo, grande visione di gioco e tiro potente. Il suo piede preferito è il sinistro. Il suo idolo? Lionel Messi, ma attenzione: “Se dicessi che mi ispirassi a lui direi una bugia perché è semplicemente impossibile riprodurre ciò che fa. Dico solo che sono cresciuto guardando ogni sua partita. Così sono diventato tifoso del Barça”. Classe e anche umiltà.
IL PERSONAGGIO
Un’umiltà che gli è stata insegnata da piccolo, quando i suoi istruttori hanno saputo placare la sua straripante voglia di vincere tutto. Un desiderio talvolta eccessivo, che lo portava ad avere un carattere da plasmare: “Ad esempio, volevo che i miei compagni fossero forti quanto me almeno potevamo competere con chiunque”. Dichiarazione non banale: Adli non ha mai cercato di spiccare in mezzo a tanti, pretendeva ‘solo’ che i suoi compagni fossero alla sua altezza per poter vincere insieme. Cosa non facile: “Era di un’altra qualità. Gli dicevo sempre che non poteva pretendere che gli altri fossero alla sua altezza. Ci ho messo del tempo per fargli capire che quello che faceva era unico. Era capace di fare cose che gli altri non potevano fare”, raccontò un suo vecchio allenatore ai tempi della sua infanzia. Modellare il carattere, conservare e proteggere l’enorme talento a disposizione: la strada di Adli deve essere questa.
Al Tolosa, da quando ha 15 anni, gli hanno insegnato proprio a lavorare su sé stesso: “È uno che ha sempre voluto fare le cose veloce, era impaziente di bruciare le tappe e scalare le gerarchie. Ha sempre giocato con quelli più grandi di lui, ma non gli bastava mai. Abbiamo dovuto insegnarli a non avere fretta, a saper lavorare sulle proprie emozioni e a saperle gestire”, spiegò Jean-Christophe Debu, suo allenatore al Centro di Formazione del Tolosa.
Nato in Normandia ma cresciuto a Pezenas, il comune dell’Occitania che ispirò Molière, famoso commediografo francese del XVII° secolo. Coraggioso, intrepido e con una mentalità vincente. Amine Adli non è mai sazio di conquiste, e seduce l'Europa: è lui il nuovo Don Giovanni.