La questione giovani. E' sempre questa, spesso, a tenere banco quando si parla di quel calcio proiettato al futuro. Sempre con la voglia di scoprire, vedere e, perché no, credere per primi in un diamante ancora grezzo. Promesse. E alla fine in un calderone di 'largo ai giovani', sono spesso le Coppe nazionali le vetrine più intriganti per gli esperimenti di un allenatore e l'occhio fine di un tifoso, di un appassionato o di un manager da divano.
Riflettori sull'Irlanda del Nord dove lunedì sera ha debuttato - nella prima squadra del Glenavon, club di prima divisione - il giovane, anzi giovanissimo, Conner Byrne. Anni? 14. Sì, quattordici. Titolare e per novanta minuti in campo. Di ruolo fa il portiere ed il merito di avergli fatto vivere a questa tenera età la sua 'prima' tra i grandi è certamente dell'allenatore, Gary Hamilton, che dopo la sconfitta contro il Linfield del venerdì scorso ha deciso di cambiare 11/11 dei suoi uomini in campo per l'impegno di Coppa contro il Portadown. La partita è finita 2-1 ed ora il Glenavon potrà giocarsi la finale della Mid-Ulster Cup.
"E' fantastico che abbia già giocato con la prima squadra, tutto grazie all'allenatore - le parole piene di soddisfazione di Ryan Prentice, responsabile del settore giovanile del Glenavon -. E' lui che ha voluto scommettere sui giovani". Byrne, nello specifico, è descritto come un ragazzo che ha sempre voglia di allenarsi, con la testa sulle spalle insomma; mentre fisicamente è già agevolato dall'alta statura. Certo è che comunque il club adesso vorrebbe 'proteggere' il suo giovane gioiello coi guantoni; perché per quanto possa brillare già adesso, di strada da fare ne ha ancora molta. Tutto merito, più che colpa, di quella giovane età pronta presto però a passare in secondo piano quando deve essere il campo a parlare e non la carta d'identità. Quando un luogo comune si applica alla realtà: "Se sei abbastanza bravo, sei abbastanza vecchio".