Iran, niente stadio per le donne: Il divieto del procuratore generale
Martedì sera 300 donne iraniane erano sugli spalti per assistere all’amichevole tra Iran e Bolivia. Ora è arrivato il divieto del procuratore generale: “Per una donna andare allo stadio e vedere uomini seminudi è comportamento da censurare”
Martedì sera l’Iran si è reso protagonista di una storica novità che ha visto l’ingresso allo stadio durante l’amichevole tra Iran e Bolivia di 300 donne, che dopo anni di lotte sono riuscite a godersi lo spettacolo dalle tribune dell’Azadi Stadium. Niente travestimenti o trucchi come successo nell’aprile scorso, quando cinque donne si erano travestite da uomini per poter entrare allo stadio e vedere il derby di Teheran tra Persepolis ed Esteghlal.
Una vera e propria rivoluzione in ambito calcistico che si è scontrata però troppo presto con le parole chiare del procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazer, che non ha nascosto il proprio disappunto per l’episodio che ha visto protagonista il nutrito gruppo di donne durante la partita vinta dall’Iran contro la Bolivia: “Sono contrario alla presenza delle donne allo stadio. Siamo uno stato musulmano. Per una donna andare allo stadio e vedere uomini seminudi è comportamento da censurare. Agiremo contro qualsiasi funzionario che vuole permettere l’ingresso delle donne negli stadi”.
I segnali di apertura del mondo del calcio iraniano verso le donne hanno subito una brusca ed improvvisa frenata: l’episodio di integrazione vissuto martedì sera potrebbe quindi rimanere un episodio isolato. Eppure sembrava che qualcosa stesse cambiando già dallo scorso 20 giugno, quando le autorità iraniane avevano permesso alle donne di assistere in un luogo pubblico, per la prima volta dal 1979, ad una partita di calcio (Iran-Spagna).