Inzaghi-Palermo, una storia infinita fra gol, gioie e infortuni. Adesso la sfida con il suo Venezia
E’ un mercoledì sera di quelli freddi a Milano, anche perché siamo a novembre e, si sa, il tempo non lascia scampo. Il nuovo Milan di Allegri ospita il Palermo di Ilicic e Pastore, costretto ad inchinarsi davanti ad un tridente mica da ridere. Robinho, Ibrahimovic e Pato, infatti, danno spettacolo e portano i rossoneri in cima alla classifica. Passata da poco l’ora di gioco, quest’ultimo lascia il posto ad un Inzaghi che, solo dieci giorni prima, era entrato nella storia come il giocatore con più gol nelle competizioni europee grazie alla doppietta nel 2 a 2 di Champions contro il Real. Raul, finalmente, è superato ma il calcio è una palla che gira. Quella sera la partita di Inzaghi contro i rosanero durerà appena 15’, a causa di un’ anomala torsione del ginocchio sinistro. Dagli esami del giorno dopo la diagnosi è la peggiore possibile: rottura del legamento crociato e stagione finita. Pippo poi lotterà come un leone, volerà a Barcellona dal Dottor Cugat e tornerà a San Siro per gli ultimi dieci minuti dell’ultima giornata contro il Cagliari. Giusto il tempo per alzare al cielo lo Scudetto vinto solo una settimana prima, con lo 0-0 dell’Olimpico contro la Roma. Siamo nel novembre del 2010 e questo è l’ultimo incrocio fra Inzaghi e il Palermo. Una storia curiosa, che parte da più lontano, dal novembre del 2005.
Dopo la memorabile annata del 2002-2003, con trenta gol stagionali e il trionfo di Manchester ai danni della Juventus, Inzaghi passa infatti due anni infernali. I problemi alla schiena, al ginocchio, al gomito e, soprattutto alla caviglia, lo costringono ad operarsi ad Anversa dal Dottor Mertens. Morale della favola? Solo 43 partite nelle due stagioni successive. A sancire la sua rinascita nell’annata 2005-2006 è proprio un gol segnato al Palermo dei futuri campioni del mondo Barzagli, Zaccardo e Grosso, il tutto davanti ai 57 000 di San Siro. Caracciolo porta avanti i siciliani, Gattuso li riagguanta. Inzaghi li stende con un colpo di testa in tuffo a dieci minuti dalla fine sul traversone di Jankulovski. Nella partita di ritorno, a febbraio, la musica è sempre la stessa. Nel 2-0 del Milan in Sicilia, la sblocca proprio lui, raccogliendo un cross dalla sinistra di Vogel in mezzo a Mutarelli e Barzagli per poi infilare Andujar. Sarà una stagione da record quella per i rossoneri, che arriveranno secondi alle spalle della Juventus a quota 88 punti. E alla fine Inzaghi riuscirà anche a convincere Lippi, che lo porterà con sé in Germania.
Salto in avanti, passano due anni. Nel febbraio del 2008 il Milan quinto in classifica ospita il Palermo di Guidolin e Cavani. Gli ospiti vanno avanti grazie a Bresciano, poi il pareggio di Ambrosini. E a tempo scaduto arriva sempre lui, Super Pippo Inzaghi, che da subentrato decide la partita all’ultimo secondo su assist di Gourcuff. Un successo importante, perché permetterà al Milan di agguantare momentaneamente la Fiorentina al quarto posto.
Passa ancora un anno, arriviamo all’aprile del 2009. Il Milan di Ronaldinho e Beckham, per la prima volta dopo cinque anni, è fuori dalla Champions. Al termine di quella stagione, al Franchi, Maldini saluta tutti dopo 647 presenze in Serie A sempre con gli stessi colori. In un San Siro gremito da oltre 60 000 persone e desideroso di dare la giusta spinta per continuare l’inseguimento all’Inter, arriva il Palermo. Non c’è storia, finisce 3 a 0 e il secondo gol lo segna proprio Inzaghi, confermandosi vera e propria bestia nera per la squadra siciliana. E dopo i gol e gli infortuni, la storia con il Palermo si arricchisce di un nuovo entusiasmante capitolo. Sabato, al Barbera, il suo Venezia se la vedrà contro i padroni di casa in una trasferta di alta classifica. Questa volta lui non giocherà, ma guiderà la squadra dalla panchina. Non ci sarà il rischio di farsi male, dunque. Non potrà fare gol. Ma chissà quanti ricordi gli passeranno per la testa…