Lazio, Inzaghi: “Festa scudetto? La sogno da quattro anni…”
Una vittoria… da scudetto. Simone Inzaghi mantiene i piedi per terra, ma dopo il 2-0 al Bologna (a segno Luis Alberto e Correa) sognare non è nemmeno più lecito, è assolutamente reale. Primo posto, anche se con una partita in più rispetto alla Juventus e due in più dell'Inter (leggi anche: tutte le partite rinviate). Ma vedere la Lazio lì in alto non può che far sorridere il suo allenatore. "Se mi avessero detto che saremmo stati primi, avrei detto che sarebbe stato difficile" ha commentato a Sky Sport. "Ma alla fine del ritiro ero soddisfatto per come avevamo lavorato, ero fiducioso e sapevamo che avremmo potuto fare bene. Ma da qui a dire che saremmo stati primi, ce ne passa… Però va detta una cosa: so chi sono i miei ragazzi e quanto possano dare".
Tanti singoli hanno cambiato il loro modo di giocare. Come Luis Alberto e Milinkovic: "Sono due top player, ma sarebbe riduttivo parlare solo di loro. Ho lasciato in panchina Vavro e Caicedo che hanno fatto benissimo a Genova, ma mi è parso più opportuno far giocare altri visti gli avversari. E i ragazzi l'hanno capito e accettato: è stata una decisione per me molto difficile".
"È il nostro anno? Anche in passato..:"
Cosa non è andato? "Dobbiamo sempre calcolare che ci sono degli avversari. Questa partita per noi era estremamente pericolosa: sappiamo che squadra è il Bologna, che giocatori e allenatore ha. Il vantaggio nel primo tempo poteva essere più ampio, mentre nella ripresa abbiamo sofferto qualcosina senza aver la forza di chiudere e trovare il 3-0. È il nostro anno? Negli anni passati, che non erano il nostro, abbiamo vinto due trofei e siamo arrivati sempre tra il quinto e l'ottavo posto. Ora siamo in testa alla classifica per merito, per quello che abbiamo espresso. E i trofei che abbiamo alzato magari avrebbe voluto farlo al nostro posto".
"Dove si decide lo scudetto? Noi non dobbiamo perdere giocatori importanti durante la stagione: abbiamo sopperito alla mancanza di Acerbi, per dire, che per noi è importantissimo. Juventus-Inter rinviata? Non ci sposta nulla. Non ci abbiamo pensato: in Italia abbiamo un problema grave che va al di là di partite spostate o porte chiuse o aperte. Dobbiamo sconfiggere il coronavirus al più presto, facendo anche molta prevenzione".
La lezione di Eriksson
C'è contatto con quella Lazio da scudetto di vent'anni fa? "Sì, l'atmosfera. C'è un grande spogliatoio, con ragazzi che si vogliono bene. Sanno che l'allenatore deve prendere decisioni non semplici e sono ben disposti. E anche l'anno dello scudetto eravamo tanti: quello che decideva Eriksson (la nostra intervista, ndr) lo accettavamo sempre, senza problemi". Sogna una festa scudetto? "Sì, spesso. Ma già da quattro anni fa. Come anche di tornare in Europa in pianta stabile e di vincere trofei. Questo sarebbe un di più, per cui lotteremo sempre alla fine".