Introduzione delle ‘Squadre B’ in Lega Pro, il Presidente Gravina: “Dalla prossima stagione ma solo per colmare i vuoti di organico. Funzionamento e obiettivi di questa mission…”
Un’altra importante innovazione per la Lega Pro che in questi anni si è dimostrata sempre all’avanguardia nel cogliere e attuare al panorama calcistico input di crescita e sviluppo non soltanto di tipo sportivo. Il trend topic di questi giorni è senz’altro l’introduzione delle seconde squadre a partire dalla prossima stagione. Juventus B, Milan B, Inter B – tanto per far qualche ipotetico esempio – in un interessante mix tra “vecchio” e “nuovo” tutto da scoprire.
Valorizzazione dei giovani, incremento dei ricavi e canale di dialogo con le società di riferimento del panorama calcistico italiano. E’ nell’intersecarsi di questi tre contenuti la mission del progetto. Ce lo ha illustrato in maniera molto dettagliata il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina: “La logica delle seconde squadre è già vigente in altre Federazioni che, numeri alla mano, sono all’avanguardia nel circuito europeo e mondiale. Ed è cosa intelligente cercare di capire, mediante un confronto consapevole e costruttivo, quelle che possono essere le innovazioni da poter importare per migliorare il nostro calcio. E, tra queste, c’è senz’altro l’introduzione delle seconde squadre.
Noi, peraltro, sono ormai diversi anni – in principio mediante il sistema del rating (ossia della valutazione della gestione delle società) – che andiamo a controllare alcuni parametri fra i quali occupa un posto di rilievo la crescita e lo sviluppo dei giovani. Perché questa è senza alcun dubbio una mission di prim’ordine della Lega Pro. Bisogna, però, fare una riflessione più ampia. Cosa vuol dire valorizzare i giovani? Perché se valorizzare i giovani significa prender giocatori da squadre di Serie A e B e metterli in campo, prescindendo da una loro valutazione qualitativa, tanto per accedere ai premi di valorizzazione, siamo fuori strada. E’ un’esigenza legata alla sopravvivenza di una società, non ad un suo sviluppo. Quest’anno in C sono arrivati 760 giovani da valorizzare, di cui 345 con un premio di valorizzazione. Che, in ogni caso, non copre mai i costi di gestione e le spese varie. Il risultato – spiega Gravina ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – è che, con questo sistema, non solo non cresciamo sotto un profilo prima di tutto della valorizzazione della qualità dei giovani, ma le società finiscono anche per perderci soldi”.
Il contenuto di una riforma che, in ogni caso, sottolinea Gravina, non andrebbe ad inficiare con un’altra mission fondamentale della terza serie: quella relativa alla tutela e allo sviluppo della territorialità… “I due aspetti si porrebbero in antitesi se andassimo a togliere dieci squadre e le sostituissimo con dieci squadre B, ma nessuno ha mai pensato di fare un discorso di questo tipo. Le seconde squadre verranno inserite a partire dalla stagione 2018-2019 per andare a compensare i vuoti di organico, in poche parole, verranno inserite soltanto se c’è un vuoto. E andranno a ovviare un altro tipo di problematica ancor più concreta, quella dei gironi monchi a 17/18/19 e con i turni di riposo. In ogni caso, poi, ciò non andrà ad incidere sul meccanismo dei ripescaggi. Se al 15 di luglio ci saranno società che presenteranno domanda di ripescaggio ed essa sarà conforme ai criteri bene, altrimenti si inserirà la seconda squadra”.
Capitolo composizione delle squadre B. Come si struttureranno e quale sarà il loro concreto apporto alla Lega Pro? “Saranno composte da tutti giocatori under 21, con la possibilità di inserire soltanto tre over e con le liste bloccate a 23 calciatori. Verseranno un contributo economico importante alla Lega Pro, non avranno diritto di voto in assemblea e non avranno diritto ai contributi. Ciò implica, vien da sé, un’implementazione sostanziale dei ricavi per l’intero movimento e la possibilità concreta di intraprendere un dialogo diretto con realtà di Serie A, il cui confronto in termini di crescita beneficerà a tutti”.
Se questo è soltanto il prologo, il resto deve essere ancora definito. Per la prossima stagione le squadre B avranno una funzione suppletiva, di completamento con il format che sarà riportato (o almeno così si auspica) a 60 squadre. Per l’annata 2019-20, invece, se ne parlerà soltanto in corso d’opera se inserire queste squadre in pianta stabile o ancorarle alla funzione sopracitata.
Le seconde squadre, infine, non altereranno in alcun modo il regolare svolgimento del campionato (nessuna ‘mancanza di obiettivi’, anzi…) in quanto avranno una regolamentazione totalmente paritetica alle altre realtà: potranno essere promesse in Serie B, potranno retrocedere in Serie D (e in questo caso ‘sparire’ – salvo nuova iscrizione – perché la Lega Nazionale Dilettanti non ammette le seconde squadre)… “Ci tengo a sottolineare, intanto, e queste ultime giornate di campionato ne sono una chiara dimostrazione, che da un punto di vista etico e morale siamo un esempio di correttezza e lealtà sportiva. Le seconde squadre avranno gli obiettivi delle restanti società. Vorranno salire in Serie B per un discorso finanziario e di qualità della competizione. E poi immaginate, ad esempio, il nome di un grande club che retrocede in Serie D, avrebbe un discredito mortificante. Quindi l’asserzione della mancanza di obiettivi non è assolutamente veritiera”.
Eppure c’è chi auspicava un procrastinamento alla stagione ’19-’20… “Ma ci sono esigenze pratiche cui è giusto dar la precedenza. E poi se ne parlava già da tempo, come tutte le cose, se veramente se ne vuole dare una attuazione pratica, prima o poi bisogna farle partire…”. Il momento giusto è arrivato. Ecco un’altra importante innovazione…per la Lega delle Innovazioni.