Curnis, medico della Virtus Ciserano che visita i malati Covid: “Ad Alzano l’incubo è finito”
L’11 Giugno 2000 Simone Barone, Armando Madonna e gli altri dell’Alzano Virescit escono battuti da Marassi: 3-2 contro la Sampdoria, ultima partita dell'unica stagione in Serie B nella storia del club. A consolarli c’è il dottore della squadra Tiziano Curnis: “È stato comunque il coronamento di un sogno indimenticabile”.
Questo non è un sogno
Oggi, dopo vent’anni, quel dottore si trova a vivere insieme alla sua Virtus Ciserano Bergamo e tutti gli altri concittadini un altro periodo che non potrà dimenticare. Ma sta volta non si tratta di un sogno. E una partita o una retrocessione non c’entrano: “In questi mesi ho visitato i malati di Coronavirus casa per casa ad Alzano Lombardo. Non mi sono mai fermato, convinto di dover dare anche un supporto morale alle famiglie”.
Un enorme miglioramento
Curnis è un medico di base che è subito sceso in campo contro il virus senza mai ammalarsi: “Mi sento un miracolato”. E a quasi tre mesi dallo scoppio dell’epidemia in Lombardia è tempo di bilanci: “Da dopo Pasqua in Val Seriana vedo un crollo dei contagi e un enorme miglioramento della situazione. Rispetto a due mesi fa non c'è paragone. Tra Febbraio e Marzo ho fatto ricoverare 26 persone. 11 non ce l’hanno fatta. Ora l’emergenza è finita. Ho solo 4 pazienti che stanno svolgendo la riabilitazione in ospedale dopo essere stati in terapia intensiva. Non faccio più visite domiciliari e l’oggetto delle consulenze telefoniche è il ritardo o l’assenza di tamponi e test sierologici”.
Un ricordo
Fiero nella voce, convinto nelle parole, consapevole della fine di un incubo che si è materializzato davanti ai suoi occhi: “Già da Gennaio ho visitato pazienti con quadri clinici simil influenzali o con polmoniti gravi. A Febbraio abbiamo scoperto che il virus era arrivato nella nostra valle, ma fino a metà Marzo ho continuato a visitare pazienti in condizioni gravissime con pochissime protezioni”. Un inferno personale fatto di notti insonni e coraggio. Ora è un ricordo: “Non dimenticherò mai gli occhi terrorizzati delle persone sotto i caschi CPAP e il suono incessante delle sirene delle ambulanze”.
Adesso si ha voglia di guardare avanti e ci si può azzardare a parlare di calcio anche con un medico. D’altronde Curnis nel calcio ci è dentro da sempre. E rispetto a tanti suoi colleghi il suo pensiero va controcorrente: “Sono favorevole alla ripresa della Serie A con tutte le condizioni di sicurezza necessarie. Ora il rischio è sotto controllo e non si manda allo sbaraglio nessuno. Ma sono contrario a isolare i calciatori da tutto come se fossero animali in gabbia”. E se qualcuno risulta positivo a campionato in corso? “Rispondo come la Merkel: il positivo andrà isolato, punto. E non credo in un colpo di coda del virus”.
Ricostruire
Un ottimista della prima ora con un concetto ben chiaro in testa: “ricostruire”, termine-bussola per tutti i bergamaschi. Come nella calda estate del 2004, quando è stata ricostruita l’Associazione Sportiva Dilettantistica Football Club Alzano 1909 ripartendo dalla Prima Categoria dopo il fallimento della Virescit dei sognatori. Curnis è sempre stato lì al suo posto. Nella discesa a picco, nella lenta risalita.