Imbriani non Mollare, un progetto che continua: il racconto di Gianpaolo Imbriani
Il fratello dell’ex calciatore di Napoli e Benevento, tra le altre, parla del lavoro dell’associazione “Imbriani non Mollare”, tra ricordi, sorrisi e lacrime del suo sogno nel nome di Carmelo
“Ciao Carmelo, facciamo una foto?. “Si, certo”. Gentile, disponibile. Carmelo era così. Aveva gli occhi buoni. Da Benevento a Napoli. Dal campo alla panchina. Cambiava la forma, ma non la sua sostanza. Quegli occhi erano sempre gli stessi. Momenti, sensazioni che trovano conferma anche nelle parole per gianlucadimarzio.com di Gianpaolo Imbriani. Più di un fratello. Un amico, una guida. Gianpaolo, come tutti i bambini aveva un sogno: fare il calciatore. Eppure fu Carmelo ad aprirgli gli occhi: “Ricordo che mi chiese cosa mi spingesse a giocare a calcio. Io ero quasi imbarazzato, ma lui mi fece intendere che forse quel sogno non era il mio sogno. Capii che il calcio per me era e doveva essere solo un divertimento”.
Gianpaolo, è un’enciclopedia di ricordi provenienti dal cuore, e che puntano dritti al cuore di chi ascolta. Così la mente ritorna a quella telefonata con Maradona: “Nessuno credeva che realmente potesse essere lui”. Oppure al ritorno di Carmelo a casa dopo la partita con la Fiorentina: “Io ero patito per Rui Costa e aspettavo che lui tornasse a casa convinto che mi avrebbe portato la maglia del portoghese”. Invece…: “Al suo ritorno mi disse di indovinare quale maglia avesse portato. Ero convinto fosse quella di Rui Costa, invece era quella di Batistuta”. Gianpaolo sorride, ma poi la tristezza prende il sopravvento. Tutta colpa di quella maledetta malattia: il linfoma di Hodgkin, che aveva attaccato in più parti il corpo di Carmelo, non lasciandogli scampo all’alba del 15 febbraio 2013. Tante le telefonate ricevute in quei tristi giorni. Una decisamente inaspettata: “Quella di Antonio Conte. Chiamò tutti i giorni fino al decesso di mio fratello. Si informava, voleva sapere come stava. Ha dimostrato un’umanità e una sensibilità lodevole”.
IMBRIANI NON MOLLARE
“L’affetto mi è arrivato da tutta Italia, questo vuol dire che ho lasciato qualcosa come uomo, ed è la mia vittoria più grande”. Parola di Carmelo Imbriani. L’associazione “Imbriani non Mollare”, nata durante il periodo della sua malattia, nasce per un motivo ben preciso, come ci spiega Gianpaolo: “L’intento era quello di non disperdere tutto quell’amore ricevuto da tutta Italia e di diffondere i valori di lealtà sportiva e antirazzismo che hanno sempre contraddistinto la figura di Carmelo”. Da Nord a Sud, da Est a Ovest. Uno slogan “Imbriani non Mollare”, che è stato protagonista in tanti stadi d’Italia, dalla Serie A alle serie minori. Un amore che non è passato inosservato neanche al protagonista: “Sono convinto che quella scritta in giro per gli stadi di tutta Italia, abbia riempito d’orgoglio mio fratello dal suo letto di ospedale”. Poi aggiunge: “E’ stata la dimostrazione che il calcio è fatto di quei valori che Carmelo ha professato per una vita intera”. Una parola speciale riservata per la tifoseria del Benevento: “Loro sono stati, sono e saranno sempre speciali per la famiglia Imbriani. Hanno dimostrato una vicinanza incredibile. Sentire ogni anno urlare, in ogni circostanza il ricordo di Carmelo è emozionante. Questa era la sua terra che lui ha amato e difeso sempre”.
Un’associazione che dopo il decesso non si è fermata, anzi. Gianpaolo confessa: “E’ diventata la mia forza per andare avanti. Il mio modo di vivere insieme a Carmelo e per Carmelo”. L’occhio diventa lucido. Imbriani non Mollare diventa nello stesso momento una promessa e un sogno: “La promessa è quella di far conoscere la storia di mio fratello in tutto il mondo”. Il sogno…: “Mi piace pensare che sia la storia di due fratelli che idealmente girano il mondo abbracciati”. L’obiettivo? “Portare il nome, la storia e l’effige di Carmelo ovunque, e far si che in tutto il mondo i bambini possano identificarsi in lui e nei sui valori”. Un modo per sentirsi uniti, se ce ne fosse bisogno. "Imbriani non Mollare" ormai non è solo un’associazione, ma uno stile di vita, all’insegna dell’educazione, del rispetto e della lealtà.
UN CAMPO PER CARMELO
Nel settembre 2013 c’è stata la cerimonia d’intitolazione dell’Antistadio di Benevento a Carmelo Imbriani: “E’ stata un’iniziativa emozionante e che ha unito ancor di più la città con il ricordo di mio fratello”. Da lì il sogno di Gianpaolo Imbriani: “Pensai che sarebbe stato magnifico riuscire a costruire cinque impianti sportivi nei diversi continenti intitolati a mio fratello”. Gianpaolo ci pensa, ci crede. Si mette in viaggio. Come? Girando il mondo in autostop, sperando che qualcuno si fermi e ascolti la storia di Carmelo. Il risultato è guidato dall’amore e segnato dal destino: “Negli Stati Uniti, ad Atlanta, è stato organizzato un torneo in cui 600 bambini portavano la maglia con l’effige di mio fratello”. E non solo. Dal Guatemala all’Uruguay, dalla Cambogia all’Argentina, dal Cile alla Colombia. Sono solo alcune delle nazioni che hanno raccontato la storia di Carmelo Imbriani, tramite l’associazione Imbriani non Mollare, nelle scuole o alla televisione.
Un viaggio, che per il momento si è fermato in Tanzania, precisamente nella città di Itigi. Lì il sogno di avere un impianto sportivo intitolato a Carmelo è diventato realtà: “E’ stata un’iniziativa voluta dalla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, Hitch 2 Produzioni, "Imbriani non Mollare" e Ntr24. Grazie ad un durissimo lavoro da parte di tutti, alla generosità delle parti in causa e di chi sì è sensibilizzato alla storia di mio fratello, abbiamo creduto di riuscire a realizzare questo sogno”. Lavoro, sudore. Amore. Prima una follia, poi un’idea, infine un progetto. Adesso una realtà che Gianpaolo racconta con orgoglio: “Il 14 maggio, a Itigi è stato inaugurato il secondo impianto sportivo nel mondo con il nome di mio fratello. Un’emozione indescrivibile”. Due le cose che l’hanno maggiormente emozionato: “La prima è stato vedere l’entusiasmo dei tanti bambini con la maglia con l’effige di Carmelo. La seconda, l’arrivo di mia sorella Diamante per l’inaugurazione. E’ come se idealmente fossimo presenti tutti e tre”. Poi un pensiero per i nipoti Sofia e Fernando: “Tutto questo può servire anche a loro. Per far scoprire attraverso queste iniziative il valore umano del padre e l’educazione che lui è impossibilitato a donargli”.
Salutiamo Gianpaolo, ringraziandolo per questo ritratto autentico ed emozionante di Carmelo Imbriani. Dopo l’Antistadio a Benevento e il campo sportivo a Itigi, altri tre continenti aspettano il loro impianto nel nome dell’ex capitano giallorosso. “Il calcio finisce, la vita resta e voglio sempre dare come uomo, un ricordo importante”. Firmato: Carmelo Imbriani.
Ecco il link per chi volesse contribuire alle donazioni per l'associazione "Imbriani non Mollare". http://www.imbrianinonmollare.it/contatti/