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La nuova vita ‘in rosa’ di mister Bonazzoli: “Grazie Verona, ma era giusto farsi da parte”

“Non è stato assolutamente un esonero, ma mi ha dato fastidio che alcuni abbiano riportato la notizia così.” Emiliano Bonazzoli torna a parlare, ai microfoni di gianlucadimarzio.com, dopo l’interruzione del rapporto con l’Hellas Verona Women e ne spiega i motivi: “Dopo la sconfitta con l’Inter ho parlato con la società e ho capito che bisognava dare una scossa. Pensandoci per un giorno, sono arrivato alla conclusione di dover dare io la scossa e così ho consegnato le dimissioni. In quel giorno di riflessione ero diviso in due parti: la prima, ovvero un ottanta per cento, mi diceva di continuare, ma il restante venti per cento era dubbioso e gli ho dato ascolto, temendo di poter trasmettere quell’incertezza sul campo alle giocatrici; sentivo quella piccola parte di me come un bagaglio negativo che poi ti porti dietro, come un peso.” 


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UNA CARRIERA ‘SALI E SCENDI’ 

 

Toccare la vetta e ripartire dal basso, assaporare nuovi mondi e tornare in alto. Questo potrebbe essere il riassunto della carriera di Emiliano Bonazzoli, uno che la vetta – la Serie A – l’ha toccata più volte, con le maglie di Brescia, Parma, Reggina, Sampdoria e Fiorentina, per un totale di una decina d’anni in massima serie. Poi una parabola discendente che gli ha permesso di giocare e segnare in tutte le categorie del nostro Paese, sino alla D, e di esplorare qualche città fuori dai confini italiani.

“A fine carriera ho vissuto la Serie B, tra Reggina e Padova, la C, con Siena e Cittadella, e anche la D! In mezzo a queste esperienze ho giocato per qualche mese all’estero (in Ungheria, a Budapest, e in America, a Miami, ndr)”. Appesi gli scarpini al chiodo, Bonazzoli sceglie il cammino da allenatore, o meglio, è il cammino da allenatore a presentarsi a lui come un’opportunità: “Mi stavo allenando con una squadra di prima categoria, giusto per tenermi in forma, ma, visto che le cose non andavano bene, il presidente mi chiese di dare una mano e così accettai l’incarico di mister. Mi è piaciuto tantissimo e ho scelto di proseguire, per mettere al servizio della squadra la mia esperienza accumulata da giocatore. Ho quindi fatto il corso a Coverciano e ho colto al volo l’offerta del Chievo Valpo Femminile, arrivatami a dicembre del 2018.” 


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UNA NUOVA TERRA DA ESPLORARE – CHIEVO VALPO 

 

Ed è nuovamente Serie A per Emiliano Bonazzoli, ma è una Serie A diversa, in un calcio diverso e ugualmente affascinante: un altro mondo tutto da scoprire. Quando mi è arrivata la chiamata dal femminile, non nego che due domande me le sono fatte, essendomi sempre e solo relazionato con calciatori e mai con calciatrici, ma sono stato convinto dalla loro umiltà".

"Ritengo che, femminile o maschile, il calcio sia sempre calcio: in campo ci si allena, si perde, si vince, si sbaglia e dagli errori si impara. Il movimento del calcio in rosa è stata per me una nuova terra, che ho scoperto piano piano e che mi affascina.” Una delle emozioni più belle in questa nuova terra è stata senza dubbio la salvezza con il Chievo, lo scorso anno, ottenuta all’ultima giornata a Milano contro il Milan: “Con quella partita ci giocavamo tutta la stagione: è stata una gioia grandissima battere il Milan, una squadra attrezzata che – per una combinazione di fattori – poteva vincere lo scudetto battendoci.” 

 UNA NUOVA TERRA DA ESPLORARE – HELLAS 

 

Alla felicità della salvezza si è presto contrapposta la tristezza per il fallimento e tutta la società, dall’allenatore, alle giocatrici, si è ritrovata senza squadra: “Molti dello staff del Chievo Valpo si trasferirono all’Hellas e decisi di seguirli”. Una buona prima parte di campionato, zona retrocessione lontana e piani alti non così distanti, fino a due partite (contro Sassuolo e Inter) che hanno portato il vaso-Verona, già riempito in precedenza a causa di discontinuità di prestazioni, a traboccare: “La partita con l’Inter è stata decisiva, venendo da un periodo di discontinuità di risultati, prestazioni e morale. Le ragazze, comunque, si sono sempre impegnate e ancora non capisco il perché di queste due sconfitte così pesanti (per 4-1 con il Sassuolo e 3-0 con l’Inter, ndr): durante tutto il campionato non ho mai visto squadre che ci abbiano schiacciato così tanto; in ogni partita anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni sotto porta, ma spesso non abbiamo commesso la giusta scelta, magari tirando da un lato piuttosto che dall’altro, o calciando più forte del dovuto(…): sono proprio questi piccoli errori a far perdere le partite. Detto ciò, ci tengo a sottolineare che non ho nulla contro il Verona, anzi, li ringrazio per l’opportunità che mi hanno dato e auguro loro buona fortuna”. 

 

UN BAGAGLIO DA SVUOTARE 

 

Ora Bonazzoli avrà tempo per imparare (non si finisce mai) e per svuotare quel pesante bagaglio di dubbi che lo ha portato alle dimissioni di Verona, al fine di tornare ad allenare al meglio tra qualche mese, con l’avvento della nuova stagione: “Aspetterò fino a giugno per tornare in panchina, nel frattempo andrò a vedere gli allenamenti e le partite di qualche mio ex compagno, oggi allenatore. Valuterò le proposte che arriveranno: se deciderò di tornare nel calcio maschile o nel femminile si vedrà, ancora nulla è deciso". In questo periodo, inoltre, avrà tempo da dedicare alla famiglia e a suo figlio, che spera di seguire le sue orme: “E’ appena tornato da un infortunio e si sta allenando con il Milan, ma gioca nell’Alcione (società sportiva di Milano, ndr). Ha 13 anni e sogna un futuro nel calcio, ma con una diversa visione rispetto a me: io ero un attaccante, lui gioca in porta!” 

A cura di Luca Bendoni