Caniggia e l’arte in famiglia: “Papà disegnava e segnava, Maradona mi ha aiutato”
L’arte nei piedi era quella di papà Claudio, storico e indimenticata bomber argentino passato anche per il nostro Paese. “E quella è stata la mia e la sua fortuna, l’Italia è stata fondamentale per me”. A parlare ai microfoni di gianlucadimarzio.com è Axel Caniggia, 30enne figlio dell’attaccante che ha vestito in passato le maglie gloriose di Boca e River, apprezzato in Italia con quelle di Verona, Atalanta e Roma. I tifosi lo ricordano per i gol – quello di Italia ’90 contro gli azzurri mandò in frantumi il sogno Mondiale di tutto il Paese -, le galoppate e la chioma al vento, per Axel è invece stato l’artista a cui ispirarsi maggiormente.
L'arte, una passione ereditata da papà Claudio
Oggi fa il pittore, ma il talento è arrivato proprio da Claudio. “Mio padre, da ragazzo, aveva due talenti: il disegno e il calcio. Il secondo ha preso il sopravvento. Io, invece, da lui ho ereditato il primo. Nessuno lo sa, ma sarebbe diventato un grande artista se non avesse fatto il calciatore” ci racconta Axel.
Che ha preso così il suo posto. “Da bambino, quando ero in Italia con mio padre, ho potuto studiare arte. A Roma mi sono innamorato di Michelangelo e Leonardo, ci sono tornato poi tante volte anche negli anni successivi. Se mio padre non avesse giocato in Serie A negli anni della mia formazione, probabilmente non sarei quello che sono oggi”.
Una carriera da artista sempre incoraggiata dal papà. “Mi ha sempre detto di fare quello che mi faceva sentire felice. Non mi ha mai costretto a giocare a calcio, anche se da bambino passavo tanto tempo a giocare con lui”. Oggi la sua vita non è in Argentina né in Italia, ma a Marbella, dove si era trasferito con papà Claudio: “Ma ora lui è a casa in Argentina, questa pandemia non ci permette di vederci, spero di poterlo riabbracciare la prossima estate”.
Maradona l'artista con la A maiuscola
Il calcio resta una passione forte. “Sono cresciuto con due miti del calcio argentino: mio padre e Maradona. Diego era un amico di famiglia e mi ha cresciuto come fossi un figlio. Non a caso, è stato protagonista di molti miei quadri” ci racconta. Quella con Maradona è un’amicizia speciale: “Per me Diego era l’Artista con la A maiuscola, nessuno ha abbracciato tanti piani dell’arte come lui. Devo ringraziarlo: nel 2010, alla mia prima mostra a Buenos Aires, venne a trovarmi. Non dimenticherò mai quel giorno: mi fece tanti complimenti e mi spinse a continuare, facendomi capire che era la mia strada”.
L’ultimo “abbraccio” con Diego, pochi giorni prima della sua morte. “Gli avevo regalato un quadro qualche tempo fa, pochi giorni prima della sua ultima operazione mi aveva ringraziato in privato e pubblicamente sui suoi canali social. È stata una grande emozione per me”.
Il ritratto a Messi e il prossimo lavoro… speciale
Non gioca a calcio, ma il calcio è una continua ispirazione: “Non ho avuto solo l’onore di ritrarre Maradona, ma anche Leo Messi: ci siamo incontrati ad una partita del Barcellona, non è molto espansivo ma mi ha ringraziato per il mio regalo e il mio lavoro”. Quale sarà il prossimo lavoro? “Mi hanno chiesto di dipingere un quadro che raffiguri mio padre e Maradona. Sarà esposto in una mostra importante. Mi emoziona, so che mio padre ha perso un amico vero e questo è il mio modo per omaggiarli insieme”.