Interprete di Capello, flop di Rafa: Cheryshev, russo di Spagna
“Siamo molto rilassati e pronti a far bene. La Spagna è una delle squadre più forti del mondo. Sicuramente sarà dura ma anche noi abbiamo le nostre armi e dobbiamo usarle”. Parole di Denis Cheryshev, giocatore della Russia, che però fa trapelare una cadenza tipicamente spagnola. Per lui la sfida di domani tra le Furie Rosse e i padroni di casa non è una partita come le altre.
Nato a Niznij Novgorod, importante centro del distretto federale del Volga, Cheryshev è da considerarsi un russo atipico. Già, perchè l’esterno del Villareal non aveva mai visto Mosca prima di aver compiuto 18 anni. La colpa è da attribuire al padre, Dimitri Cheryshev, che nella sua carriera da calciatore ha giocato a lungo proprio in Spagna. E così, Denis ha trascorso la sua infanzia tra Gijon, Castilla y Leon e comunità autonoma di Madrid, ereditando dal padre, oltre alla passione per il calcio, una viva contaminazione spagnola. Nella lingua, nella cultura, nel gioco.
A casa Cheryshev la lingua parlata è quella spagnola. Come ha capito Fabio Capello, che nella sua esperienza da ct della Russia aveva nel giocatore classe ’90 il suo ‘interprete’, per farsi capire agli altri giocatori. Come ha capito chi ha sentito la conferenza stampa prepartita, in cui il classe ’90 non nasconde come “mi piacerebbe segnare un gol nella partita di domani“. D’altronde, a far male agli spagnoli sembra esserci abituato. Non ci credete? Chiedete a Rafa Benitez.
2 dicembre 2015. L‘allora allenatore del Real Madrid, per i sedicesimi di finale di Copa del Rey contro il Cadice, applica un turnover a tappeto, in cui diverse seconde linee trovano modo di mettersi in mostra. Tra queste c’è anche il nostro Cheryshev, cresciuto nel vivaio madrileno e passato anche da Villareal, che, dopo un paio di ottime giocate, si toglie anche lo sfizio di segnare. Sarebbe potuto essere l’inizio di un escalation con la camiseta blanca. Invece, tutto dura lo spazio di qualche minuto. Tempo che dagli spalti si alzi il coro “Benitez guarda Twitter” e che l’allenatore spagnolo si accorga di un errore: Cheryshev quella partita non avrebbe dovuto giocarla, a causa di una squalifica ottenuta nell’edizione precedente della Copa. Il Real verrà eliminato a tavolino, il giocatore collezionerà solamente117′ con gli spagnoli, perdendo, di fatto, l’occasione della vita.
Anche questo, in fondo, può dare al ragazzone ex Siviglia e Valencia le giuste motivazioni in vista della sfida del Luzkhini. L’estate russa fa si che siano previsti 25 gradi per l’orario della partita. Temperatura per cui uno come Denis è preparato, forse anche più dei compagni, essendo cresciuto nel calor spagnolo invece che nel freddo della sua madrepatria.
“La cosa più importante è vincere e passare il turno, deve essere una grande festa per tutta la Russia” ha detto Denis sempre in conferenza. Prima la squadra, sicuramente. Eppure, la sensazione è che tra gli 11 che il ct Cercesov deciderà di schierare, lui avrà qualcosa in più da giocarsi. Ha già riscritto un pezzo di storia, diventando il primo giocatore subentrato a segnare nel match di apertura di un Mondiale, con la doppietta nel 5-0 sull’Arabia Saudita. Ora, vuole togliersi una soddisfazione personale, una piccola vendetta sottotraccia, senza dimenticare la squadra. E neanche il suo passato: lui che, dopo aver vissuto un’infanzia nella penisola iberica, ha il passaporto spagnolo.
Si tratterà di uno stimolante ed emozionante ‘derby del cuore’ per Denis Cheryshev, russo di nascita, spagnolo d’adozione, con l’animo diviso.
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