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“Interista da sempre: che sorpresa Cambiasso”. Arzachena, il “comandante” Giorico si racconta

Arzachena Vs Olbia, primo, storico derby in un campionato professionistico. Appena venti chilometri di distanza separano le due splendide cittadine della Gallura, dove Mauro Giorico con gli “smeraldini” ha scritto un pezzo di storia del calcio sardo. Cinquantatré anni di vita sportiva per l’Arzachena, club che non era mai andato oltre buoni campionati in serie D: ci ha pensato il “comandante”. Quattro stagioni d’oro per l’allenatore algherese, che ha posto lentamente le basi per il miracolo sportivo della scorsa stagione

“C’era grande attesa e anche curiosità di scoprire che tipo di impatto avremmo potuto avere con il mondo del professionismo e con la Serie C” – dichiara Giorico ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com “La D era ben diversa, questo lo stiamo scoprendo gara dopo gara, ma nonostante il maggior livello qualitativo ce la stiamo giocando con tutti, anche con le migliori squadre. I risultati sono stati altalenanti, ma a volte ci vuole anche fortuna: ad esempio domenica scorsa non meritavamo di perdere. Abbiamo giocato alla pari contro un’ottima squadra come la Carrarese di Silvio Baldini“.

I galluresi sono adesso in piena zona play-off, con 13 punti nel girone A della serie C, ma guai a parlare di promozione… “La posizione in classifica è ottima, non lo nascondo. Ma la nostra realtà ci impone di pensare solo alla salvezza, dipende tutto da questo obiettivo. Se riuscissimo a raggiungere la quota di punti necessaria a rimanere in Serie C prima del previsto, tanto di guadagnato. Ma parlare adesso di play-off no, è pericoloso e non è nei nostri programmi immediati”.

La creatura di Giorico a cospetto di giganti che hanno conosciuto la serie A, come Livorno, Siena, Piacenza: che soddisfazione si prova? “Grandissima. L’anno scorso ho visto semifinali e finali play-off, Alessandria-Reggiana e Alessandria-Parma. Vedendo le rose a disposizione delle prime 5 classificate mi sono spesso chiesto se noi fossimo all’altezza di questi squadroni e dove potessimoo arrivare. Stiamo piacevolmente scoprendo che ci possiamo stare e possiamo giocarcela con tutte. Da una parte club forti come l’Alessandria non stanno facendo benissimo, dall’altra noi siamo cresciuti molto e questo ci ha permesso di fare punti e occupare una buona posizione di classifica”.

Adesso l’Olbia, il derby che Giorico affronta da ex: Difficoltà in carriera ne ho avute raramente, ma proprio all’Olbia è legata la mia più grande delusione. Eravamo quartiin serie D e nonostante ciò fui esonerato: ho già messo alle spalle. Ovunque sia andato abbiamo sempre centrato gli obiettivi e adesso mi gioco un derby da professionista grazie all’Arzachena: qui mi trovo benissimo. Questo è il quarto anno e la scorsa stagione abbiamo fatto una vera impresa. Nessuno ci considerava e alla fine abbiamo vinto il campionato davanti a squadre molto più attrezzate della nostra”.

Derby che nel professionismo potrebbe diventare una piacevole abitudine: “Spero di sì, soprattutto per l’Arzachena, vorrebbe dire che saremo riusciti a mantenere la categoria. E’ il primo derby in un campionato professionistico e questo è sicuramente un evento per la Gallura e per due cittadine che distano appena 20 km. Purtroppo, anche se per il calendario è l’Arzachena a giocare in casa, saremo costretti a giocare al Nespoli, in casa dell’Olbia, che ci ospita per questa prima parte del campionato. Un peccato, comunque il nostro pubblico non mancherà sicuramente all’appuntamento”.

La scalata di Giorico dimostra che se sei bravo anche in Sardegna si può fare carriera… Certo! Anche qui tutto dipende dai risultati. Se arrivano si può emergere anche nell’isola, viceversa è più difficile. Però è indiscutibile che qui ci sono poche squadre tra i professionisti. Se si esclude il Cagliari, l’Olbia e adesso anche noi, le altre affrontano tutte campionati dilettantistici. In Toscana, ad esempio, tra serie A, B, C, hanno una quindicina di squadre ed è chiaramente più facile trovare opportunità a buon livello. Qualche offerta fuori dalla Sardegna c’è stata, ma ho scelto di rimanere ad Arzachena e i risultati ottenuti assieme alla società mi hanno premiato“.

Questa estate il corso a Coverciano, per il patentino Uefa A, con alcuni compagni d’eccezione: “Parliamo di giocatori che hanno fatto la storia del calcio recente, come Esteban Cambiasso. E’ stato molto bello confrontarmi con loro: ha reso l’esperienza ancora più gratificante. Al corso ho incontrato persone molto competenti, con un passato importante e sorprendentemente alla mano. Poi ti confesso che la mia squadra del cuore è sempre stata l’Inter: è una fede coltivata fin da bambino e che è rimasta. Non ho incontrato il mio idolo, Ronaldo, il fenomeno, ma ho conosciuto Esteban e ci ho stretto amicizia: non male, no? (ride)“.

Il cognome Giorico non è certo nuovo nel professionismo: No… Mio figlio Daniele è arrivato ben prima di me: l’allievo ha superato il maestro. Sta facendo il suo percorso, che mi auguro sia il migliore possibile. Purtroppo ha dovuto lasciare una società importante come il Modena, che in questi anni ha avuto tanti problemi. Daniele ha scelto il Carpi in serie B: spero che adesso si ritagli il giusto spazio per portare avanti la sua carriera”. E Mauro Giorico cosa chiede alla sua carriera? Al futuro meglio non pensare troppo: rischi di fermarti. Mi concentro invece sul presente e farò di tutto per cercare di salvare la mia squadra. Dirigenza, staff, giocatori, questo è un gruppo fantastico e merita questa categoria”.

Stasera il derby contro l’amico, concittadino e coetaneo Mereu: un saluto speciale? “Con Bernardo c’è un ottimo feeling da tanti anni. Sono felice di quello che sta facendo: se lo merita. Speriamo che sia un derby combattuto e divertente, ma basato sul fairplay e i valori sportivi. Poi Mereu è un amico, ci saluteremo in campo e che vinca il migliore“. Poche ore ancora è sapremo chi