Inter, Icardi: “Situazione insostenibile con de Boer. Ora puntiamo alla qualificazione alla Champions”
Capocannoniere della serie A con 14 gol in 18 partite, record personale per Mauro Icardi. Numeri impressionanti per il “bomber“ di Rosario, la vera arma in più dell’Inter per puntare al terzo posto: 128 presenze e 68 gol. La Champions passa dai gol di “Maurito“:
“Possiamo farcela a qualificarci, non lo dice solo l’ambizione di questa società, ma lo dice anche l’andamento di dicembre” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Abbiamo vinto tre partite di fila e trovato l’equilibrio. L’avversario che mi preoccupa di più? Nessuna. Nutro un sincero rispetto per tutte le squadre rivali, ma dobbiamo pensare solo a noi stessi. Dipende solo da noi il futuro, saremo gli artefici del nostro destino. E poi a maggio ne riparleremo. È proprio da quello che dobbiamo ripartire. Il terzo posto è lì, alla portata, e sarebbe un imperdonabile errore farselo sfuggire. Con Pioli stiamo lavorando soprattutto sulla testa, sulla concentrazione. Anche perché tutto parte dalla testa. E non possono reggere attenuanti fisiche in questo periodo, siamo solo a gennaio, manca ancora metà stagione. Pioli ha cambiato la mentalità dell’Inter, ha ridato fiducia a tutti, anche a coloro che giocavano poco con de Boer e che nonostante la svolta in panchina continuano a giocare meno”.
Icardi non risparmia critiche a de Boer: “La situazione con De Boer era diventata insopportabile. I giocatori meno utilizzati erano davvero scontenti e non partecipavano con molta voglia nemmeno alle esultanze, ai momenti di gioia del gruppo. Adesso con Pioli l’aria è cambiata, anche chi gioca poco si sente coinvolto nel progetto e ha piacere di far parte di questo gruppo. Ora toccherà a lui e alla società scegliere come muoversi sul mercato in uscita. Ma quel che conta è che adesso ci sentiamo davvero tutti sulla stessa barca e tutti sono disponibili per lottare per la causa dell’Inter”. La Suning ha in mente una grande Inter: “E’ emozionante sentirsi così coinvolto. L’obiettivo della proprietà è quella di tornare in Champions, il torneo che compete all’Inter e che ti offre la miglior visibilità mondiale. D’altronde è la storia nerazzurra che lo dice. Con Moratti è stato così, con il presidente Thohir c’era l’intenzione e adesso con la famiglia Zhang arriverà un ulteriore rilancio. Ogni acquisto è sempre ben accetto nella famiglia interista. La proprietà intende portare a Milano giocatori fantastici che aiuteranno tutti a scalare le posizioni della classifica e ad andare avanti in Europa”.
Capitolo Gabigol: “È normale che la gente si attendesse di più da lui, si era creata un’immensa aspettativa quando è arrivato in estate. Però il calcio italiano non guarda tanto i giovani, chiede subito risposte. Invece lui ha bisogno di tempo per lavorare e lo sta facendo molto bene ogni giorno. Per me è diverso. Io sono cresciuto calcisticamente in Italia, la mia carriera l’ho costruita qui. Per Gabriel invece è diverso, è tutto diverso. La differenza tra me e lui sta in questo. Pinamonti? Vedo un ragazzo umile, che parla poco, che si applica e che ascolta. Tutte qualità quando hai quell’età. Quando ha giocato contro lo Sparta Praga in Europa League gli ho consigliato di non strafare, di giocare come se fosse in Primavera, altrimenti sarebbe stato peggio. E ha fatto un assist per il primo gol di Eder. Io più maturo? Mi dicono che dimostro 30 anni di testa. Aver lasciato la mia casa a 13 anni per trasferirmi a Barcellona ha accelerato il processo che continua ancora oggi. Mi sento maturo non solo in campo, ma anche in tutti gli aspetti della vita quotidiana”.
L’Argentina lo snobba, l’Italia poteva incoronarlo: “Se sono diventato questa persona e questo calciatore, lo devo all’Italia. Ma il mio sogno è quello di vestire la maglia dell’Argentina, per questo non sono pentito di aver rifiutato l’Italia. Il mio obiettivo è continuare a giocare bene e segnare per far cambiare idea al c.t. argentino. Detto questo sono consapevole di essere ancora giovane e che l’Albiceleste poggia sui più forti attaccanti del mondo. Vivo la situazione con grande tranquillità”. In chiusura d’intervista un accenno a Gagliardini e Jovetic: “Non conosco Gagliardinidi persona, l’ho visto giocare. Se dovesse arrivare, sarà il benvenuto, lo accoglieremo davvero volentieri. Sarebbe un altro fratello nerazzurro. Il procuratore di Jovetic dice che faccio le formazioni? Non si può pensare che un giocatore scelga chi far giocare, è una cosa che non esiste. Io non ho mai fatto la formazione. Altrimenti l’allenatore a cosa serve?”.