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Inter, Ausilio: “Lukaku? Servono educazione e rispetto. Capitolo chiuso”

Le parole di Ausilio a Radio Serie A: da Lukaku al calciomercato

Intervenuto ai microfoni di Radio Serie A, Piero Ausilio ha rilasciato una lunga intervista. Il direttore sportivo dell’Inter ha toccato diversi argomenti, tornando anche sulla questione Lukaku

Le parole di Ausilio a Radio Serie A: da Lukaku al calciomercato

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“Preferisco non parlare di un giocatore che è di un’altra società, non l’ho mai fatto in questi mesi. Dico solo che mi piace pensare al presente e al futuro, e Lukaku fa parte del passato: con lui abbiamo vinto uno Scudetto, ci ha portato una plusvalenza importante, e abbiamo perso due finali”.

Il dirigente nerazzurro, però, ha poi proeguito: “Dico solo che devono esserci educazione e rispetto: le cose stavano andando avanti, è evidente, ma a un certo punto sono venute a mancare. Ci sono operazioni che non vanno in porto, ma se c’è rispetto non è mai un problema. Quando invece ci si nasconde o si mandano risposte tramite altre persone si pensa a voltar pagina. Per me è un capitolo chiuso dall’8 luglio: non c’è alcun rammarico“.

Infine, sulla famosa telefonata finale: “Fu una chiamata decisa, ma nulla particolare. Dissi a Romelu quello che pensavo, dopo un po’ di tempo che non riuscivo a sentirlo”.

 

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Ausilio ha anche parlato di calciomercato: “Quella di Lautaro è una storia particolare: era di fatto dell’Atlético Madrid, furono quattro giorni di trattative pazzeschi. Il colpo più complicato? Ce ne sono tanti: non è stato semplice strappare Pavard al Bayern Monaco, ma perché non c’era la volontà del suo club di privarsene. Un rimpianto? Fabregas quando aveva 16 anni, si fece di tutto per prenderlo ma non ci fu la possibilità, perché andò all’Arsenal dal Barcellona“. 

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Infine, sulla cessione di Onana: “Sommer? Avevamo bisogno di certezze, se n’era andato anche Handanovic. Approfitto per dire che Samir resterà a lavorare con noi, c’è un progetto che lo coinvolgerà. Si poteva puntare su portieri più giovani, ma Sommer era quello di cui avevamo veramente bisogno e lo sta dimostrando. Quando è arrivato aveva già imparato le parole importanti in italiano per un portiere, un professionista pazzesco”.