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Iniesta e Ribery campioni mancati, Paolo Condò e il suo Pallone d’Oro che oggi torna al passato: “Una decisione sacrosanta”

Regresso può fare rima con progresso. E’ il caso di dirlo, almeno per quel che riguarda la prossima assegnazione del Pallone d’Oro. Si ritorna al passato, ovvero all’edizione del 2009, quando ancora era ben separato dall’altro premio personale: il Fifa World Player. Fino a quell’anno, infatti, il Pallone d’Oro veniva assegnato da una giuria di 96 giornalisti che tramite il proprio voto eleggevano il miglior calciatore dell’anno. Negli ultimi anni, invece, il voto era stato esteso anche a capitani e commissari tecnici delle nazionali mondiali diventando un unico riconoscimento mondiale.
Dicevamo del progresso, ovvero del miglioramento dovuto al ritorno al passato. “Finché si parla di grandi capitani e grandi allenatori delle nazionali dei paesi classicamente evoluti va anche bene, ma quando a votare sono persone che vivono in posti dove il calcio arriva solo tramite gli highlights è logico che a vincere siano sempre Messi e Ronaldo”, parole di Paolo Condò, unico giornalista italiano a votare per il Pallone d’Oro, che a gianlucadimarzio.com ha raccontato la sua esperienza. “Del cambiamento mi ha informato un paio di giorni fa un collega di France Football, e ho appreso la notizia con grande piacere”. Potrà essere innanzitutto l’occasione per “gli altri” – quelli che non si chiamano Messi o Ronaldo – di avere qualche chance in più di vincere il trofeo. “Basti pensare che nelle ultime edizioni io li ho votati solo 4 volte. Questo perché ho sempre sostenuto che il giocatore più forte nell’anno solare non sia obbligatoriamente il giocatore più forte in assoluto”.
Come nel 2010. “Fu assegnato a Messi che in quell’anno non aveva vinto niente. Personalmente votai per Sneijder che aveva vinto il Triplete con l’Inter ed era arrivato in finale al Mondiale con l’Olanda. Sono certo che se quell’anno avessero votato solo i giornalisti avrebbe vinto lui, che invece non arrivò neanche tra i primi tre”. E quindi scherza: “I giornalisti sono più competenti”. Lo capisci quando racconta del suo pallone d’oro ideale. “Messi e Ronaldo sono di un’altra dimensione, ma credo che Iniesta sia stato il miglior giocatore dell’ultimo decennio”.
A proposito di Ronaldo, nel 2013 la votazione fu riaperta dopo la prestazione “monstre” di CR7 nello spareggio per il mondiale brasiliano tra il suo Portogallo e la Svezia di Ibra. “Non fu una bella cosa e non è mai stata sufficientemente spiegata. Quell’anno avevo votato Ribery al primo posto e Ronaldo al secondo e anche dopo quella partita, che per altro avevo seguito dal vivo per la Gazzetta,  non modificai il mio voto. Per coerenza. Una singola partita non può cambiare il giudizio su un’intera stagione. Credo che quella volta ci fu un’onda emotiva. Anche se aggiungo che negli anni non ho mai ricevuto pressioni da sponsor per far prevalere questo o quell’altro”.
E nel campo delle emozioni non si può non fare un passaggio su un italiano che negli anni (forse) il Pallone d’Oro lo avrebbe meritato. “Buffon poteva vincerlo nel 2006. Quell’anno ci voleva un italiano perché vedo il Pallone d’Oro è indissolubilmente legato alla grande vittoria internazionale, motivo per il quale non ha mai vinto Ibra. D’altra parte se la Juve avesse vinto la Champions a Berlino, Buffon sarebbe stato il perfetto candidato per vincere”. E invece quell’anno l’italiano non finì neanche nella lista dei 22 finalisti. “Credo che proprio questo clamoroso errore ha iniziato a far capire alla Fifa che qualcosa nella votazione andava cambiato ed oggi siamo arrivati a questo passo indietro, a mio avviso sacrosanto”. E’ proprio il caso di dirlo: sbagliando si impara.